PARIGI – Oltre 300 vittime di stupro e abusi, la maggior parte minorenni, piccoli pazienti che gli erano stati affidati per essere curati negli ospedali dove lavorava. Un orrore durato 25 anni e per il quale l’ex medico chirurgo francese, Joël Le Scouarnec, oggi 74enne, è stato condannato alla massima pena di 20 anni di reclusione. Il verdetto è stato pronunciato dinanzi alla Corte penale di Morbihan, in Bretagna.

Le Scouarnec, che l’avvocato generale Stéphane Kellenberger ha definito il “diavolo” durante il processo, ha fatto sapere attraverso un suo legale, Maxime Tessier, che non ricorrerà in secondo grado. “Alla Corte non chiedo nessuna indulgenza. Riconoscetemi semplicemente il diritto di diventare migliore e di riconquistare quella parte di umanità che mi è così tanto mancata”, aveva dichiarato lunedì, nel suo ultimo intervento alla sbarra, epilogo di un processo apertosi il 24 febbraio.

L’uomo, vestito di nero, ha ascoltato il verdetto dal box degli imputati. È stato incriminato, in particolare, per 111 stupri e 189 aggressioni sessuali perpetrati tra il 1989 e il 2014 in una dozzina di ospedali d’Oltralpe, in quello che è considerato tra i più importanti processi per un caso di pedocriminalità mai celebrati in Francia. Il cosiddetto “chirurgo di Jonzac”, dal nome del piccolo Comune di Charente-Maritime dove lo scandalo venne alla luce nel 2017, è stato anche riconosciuto responsabile della morte di due vittime, una per overdose e l’altra per suicidio.

Le Scouarnec è stato condannato alla massima pena a causa della “particolare gravità dei fatti commessi, per il numero di vittime, della loro giovane età e del carattere compulsivo”, come ha spiegato la presidente della Corte di Morbihan, Aude Buresi. L’imputato sfugge tuttavia alla cosiddetta “detenzione di sicurezza”, una misura che avrebbe permesso di rinchiuderlo in un centro criminale, con rischi elevati di recidiva, tenuto conto, in particolare, della sua ‘’volontà di riparazione’’ e dell’età.

Tra l’altro, Le Scouarnec sta inoltre già scontando una pena a 15 anni di carcere per violenze sessuali su quattro bambine, pronunciata nel 2020. E non è escluso che l’ex medico nato a Parigi nel 1950 debba tornare nuovamente a processo. “Ci sarà probabilmente un altro procedimento’’, in particolare riguardo alle vittime non identificate, ha fatto sapere l’Avvocato generale.

Davanti al tribunale di Morbihan, un’associazione di vittime di Le Scouarnec ha dispiegato uno striscione prima del verdetto, in rappresentanza delle “355 vittime”. Un modo di includere anche quelle dimenticate o per le quali i fatti sono andati prescritti.
‘’Dietro a questi numeri, ci sono anzitutto delle persone”, ricorda Gabriel Trouvé, 34 anni, anch’egli abusato dell’ex medico.

L’11 giugno, il ministro della Salute, Yannick Neuder, dovrebbe ricevere alcuni rappresentanti delle vittime, ha annunciato all’agenzia France Presse Manon Lemoine, membro dell’associazione che denuncia una forma di “silenzio politico” intorno al caso Le Scouarnec. “Agirò con il ministro della Giustizia (Gérald Darmanin, ndr) affinché non ci si debba più trovare nella situazione in cui dei pazienti, dei bambini vulnerabili”, vengano esposti “a dei predatori sessuali”, ha commentato lo stesso ministro, citato da France Info.