ROMA - Quest’anno, i settori del commercio, ristorazione e alloggio non riusciranno a trovare 258mila lavoratori. Si tratta di un dato in crescita rispetto al 2024 (+4%), che rappresenta una vera e propria emergenza perché rischia di frenare la crescita economica dei comparti in questione e, più in generale, del prodotto lordo dell’intero sistema economico italiano.  

È quanto si legge in una nota di Confcommercio sulle potenziali carenze di lavoratori dipendenti nel 2025, in alcuni settori del terziario di mercato. 

Tra le figure professionali più difficili da reperire ci sono i commessi professionali per il settore moda-abbigliamento e figure specializzate come macellai, gastronomi e addetti alla manipolazione del pesce, nell’ambito del mercato alimentare.  

Nella ristorazione mancano soprattutto camerieri di sala, barman, cuochi e pizzaioli, gelatai, mentre nelle strutture ricettive soprattutto cuochi, camerieri e addetti alla pulizia e al riassetto delle camere.  

Tenendo conto delle già insoddisfacenti prospettive di crescita demografica e delle diffuse incertezze e fragilità che contraddistinguono lo scenario internazionale, da ultimo la minaccia dei dazi americani, il problema di trovare lavoratori qualificati è sempre più impellente per l’economia nazionale. 

La Confcommercio fa sapere che tra le cause del deficit si annoverano anche una progressiva rarefazione di lavoratori con profili adeguati in termini di conoscenze, abilità e competenze, i cambiamenti nelle preferenze occupazionali da parte dei potenziali lavoratori e la ridotta disponibilità alla mobilità territoriale.  

Per favorire l’incrocio fra domanda ed offerta di lavoro, continua la nota, sarebbe necessario rafforzare le politiche attive di assunzione, con interventi strutturali e trasversali che puntino all’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali. Le imprese devono, dunque, essere supportate nella formazione per poter contare su una forza lavoro qualificata e in possesso delle competenze, non solo tecniche e specialistiche, ma anche di carattere trasversale, fondamentali per i ruoli da ricoprire.  

A tal fine è strategico, secondo la Confederazione, anche il rafforzamento del legame fra formazione-istruzione e tessuto produttivo, per far emergere i fabbisogni delle imprese, orientare i giovani accrescendo le loro motivazioni e offrire opportunità di percorsi di stage, tirocini e apprendistato che coniughino formazione e lavoro, favorendo l’occupabilità.