COMO - Morgan Algeri ha tentato di liberare se stesso e Tiziana Tozzo, a bordo della Mercedes che è finita nel lago di Como, mettendo in atto le manovre previste da queste emergenze, che lui conosceva, ma non è bastato. è quanto spiega la relazione dei vigili del fuoco comaschi sull’incidente, consegnata in Procura e alla Squadra mobile. Sui motivi per cui l’auto è partita ed è finita in acqua, nel parcheggio in fondo a viale Geno, si attendono risposte dall’esame della vettura e in particolare dal computer di bordo. La Procura del capoluogo lombardo procede per il reato di omicidio stradale colposo nel fascicolo aperto sulla morte di Tiziana e Morgan, di 45 e 38 anni, che erano a bordo del suv che è precipitato nel Lario, poi inabissandosi. 

La relazione dei vigili del fuoco ha confermato che era stata aperta la portiera del lato di guida, e che i corpi dei due erano da quella parte, uno vicino all’altra. Il finestrino del lato guida era parzialmente abbassato, proprio come suggeriscono le procedure in caso di macchina caduta in acqua, per poter aprire la portiera: fare entrare l’acqua poco per volta consente infatti di abbassare la pressione esterna al veicolo. Aspetti che Algeri conosceva, essendo stato addestrato specificamente durante la sua esperienza di pilota e di subacqueo. Di conseguenza, i due occupanti erano riusciti a sganciare le cinture di sicurezza. L’auto aveva poi il tettuccio in frantumi, probabilmente a causa dell’impatto con il lago o per la pressione dell’acqua. La relazione dei vigili del fuoco consente di cancellare ogni residuo dubbio sull’ipotesi di un gesto volontario.