SEUL - L’Ufficio presidenziale sudcoreano ancora non ha dato risposta all’Assemblea nazionale che ha votato una mozione per la revoca della legge marziale per emergenza proclamata oggi dal presidente Yoon Suk-yeol, nonostante il presidente sia vincolato a ritirare il provvedimento in seguito al voto. 

Il numero legale perché la mozione sia valida è 151 (maggioranza più uno): per la revoca dello stato d’emergenza hanno votato tutti i 190 parlamentari presenti, nessuno contrario e nessuno astenuto. 

Il voto è avvenuto mentre soldati entravano nell’edificio parlamentare, con gli addetti dell’istituzione che si barricavano all’interno dell’aula per impedire ai militari di fare irruzione. Oltre al Partito democratico, che è opposizione al presidente ma maggioranza nel Parlamento, anche parte del Partito del potere del popolo, la formazione dalle cui fila proviene il presidente Yoon, ha votato contro il provvedimento presidenziale. 

Han Dong-hoon, leader del partito, ha detto che “la legge marziale, dichiarata illegalmente, ha perso efficacia”, secondo quanto riporta JoongAng Ilbo. 

L’ex ministro della giustizia ed ex collaboratore di Yoon, Cho Kuk, dal canto suo ha affermato che “se il presidente non si allinea ai risultati della mozione passata all’Assemblea nazionale è un chiaro tradimento e un atto illegale”. E ha chiesto l’arresto di Yoon e del ministro della Difesa Kim Yong-hyun. 

Gli Stati Uniti si augurano che “il voto del Parlamento contro la legge marziale in Corea del Sud sia rispettato”. Lo ha detto il vice portavoce del dipartimento di Stato americano Vedant Patel. 

Inoltre, gli Usa hanno assicurato di non aver ricevuto alcun avvertimento dalla Corea del Sud che il presidente Yoon Suk Yeol avrebbe dichiarato la legge marziale in un paese che è uno degli alleati più stretti di Washington. “Non siamo stati avvisati in anticipo di questo annuncio. Siamo seriamente preoccupati per gli sviluppi che stiamo vedendo sul campo”, si legge in una dichiarazione del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca.