NAPOLI - La rete delle inchieste sugli appalti pubblici in Campania si allarga, e la Guardia di Finanza ha arrestato il sindaco di Sorrento, Massimo Coppola, colto in flagranza mentre riceveva 6.000 euro in contanti da un imprenditore locale in relazione a un appalto triennale da oltre 4,5 milioni di euro per la refezione scolastica.
Insieme a lui è finito in manette Francesco Di Maio, collaboratore e membro del suo staff, e l'accusa contestata dalla procura di Torre Annunziata è di induzione indebita a dare o promettere utilità, reato che si colloca tra la concussione e la corruzione.
L’operazione, che coinvolge 22 indagati tra dipendenti comunali, funzionari pubblici e imprenditori, è il frutto di un'inchiesta più ampia coordinata dal procuratore Nunzio Fragliasso.
Nel corso delle perquisizioni, le Fiamme Gialle, con l’ausilio di unità cinofile “cash dog”, hanno sequestrato oltre 285.000 euro in contanti, tra cui oltre 34.000 euro nascosti nell’abitazione del sindaco, e 167.000 euro rinvenuti in casa di Raffaele Guida, definito dagli inquirenti come fiduciario di Coppola. In particolare, una parte del denaro era occultata in un incavo ricavato all’interno di un tavolo da biliardo.
Le indagini hanno inoltre documentato un precedente episodio risalente al 28 dicembre scorso, quando il primo cittadino era stato fermato con 15.000 euro nascosti dentro una confezione di panettone, dopo un incontro con Guida. Per gli inquirenti, anche in quel caso si sarebbe trattato di una dazione illecita riconducibile ad appalti pubblici, anche se non dimostrabile all’epoca.
Massimo Coppola, eletto sindaco di Sorrento nel 2020 con il 60,5% dei voti e sostenuto da liste civiche e dal Partito Democratico, aveva cominciato la sua carriera politica nel centrodestra, aderendo nel 2013 al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. Ora il suo mandato rischia di concludersi tra accuse di corruzione, turbativa d’asta e peculato.
Intanto, un’altra inchiesta scuote la politica locale campana, visto che a San Vitaliano, in provincia di Napoli, la procura di Nola ha disposto otto misure cautelari nell’ambito di un’indagine sulla gestione del Comune, incentrata su un presunto sistema clientelare, e tra gli indagati figurano la sindaca dimissionaria Rosalia Anna Masi, il marito ed ex dirigente delle Politiche sociali del Comune, il comandante della polizia municipale e l’ex responsabile dell’ufficio tecnico.
Le accuse, a vario titolo, includono tentata concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e depistaggio: per la procura gli indagati avrebbero gestito l’amministrazione pubblica “con il sistematico asservimento dei poteri pubblici a interessi di natura clientelare”. Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono anche il vicesindaco, alcuni funzionari comunali e il direttore tecnico della ditta incaricata della raccolta rifiuti.