ROMA - Via libera delle Commissioni Giustizia e Affari costituzioni della Camera per l’Aula alla proposta di legge sulla Corte dei conti. Il centrodestra ha votato a favore – contrarie le opposizioni. Il testo va in Aula oggi, lunedì, per la discussione generale. 

Dura la presa di posizione dei magistrati contabili sul testo. “[La riforma] stravolge gli equilibri tra poteri dello Stato [con] gravi conseguenze sui controlli per il corretto utilizzo dei soldi dei cittadini”, ha detto l’Associazione magistrati della Corte dei conti. “Caos organizzativo, impoverimento e svuotamento delle funzioni nella Corte - ha lamentato l’Assomagistrati - saranno le prime conseguenze di una riforma voluta a tutti i costi con gravi ricadute sui cittadini che hanno il diritto di avere un giudice indipendente, autonomo e garante del corretto utilizzo dei loro soldi”. 

Tra le modifiche inserite durante la discussione in Commissione quella, arrivata attraverso un emendamento di Fratelli d’Italia, che rafforza lo scudo erariale per i politici. Gli amministratori, anche locali, che adottino atti già vistati dagli uffici saranno, infatti, sempre considerati in “buona fede”. L’unica eccezione restano i casi di dolo o qualora si decida di non tenere in conto pareri contrari, “interni o esterni”. 

Con un altro emendamento dei relatori approvato si interviene anche sui termini di prescrizione del diritto al risarcimento. Questo, infatti, attualmente si prescrive in ogni caso in cinque anni, decorrenti dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso “indipendentemente - è la novità introdotta con l’emendamento - dal momento in cui l’amministrazione o la Corte dei conti ne sono venuti a conoscenza [tranne in caso occultamento doloso del danno viene] realizzato con una condotta attiva”. 

Le critiche mosse dai magistrati non si limitano a considerazioni di principio, ma evidenziano anche rischi concreti. La riforma prevede forme di controllo “a richiesta del controllato”, un aspetto che potrebbe minare l’efficacia dei controlli stessi. 

Inoltre, la segretazione di alcune delibere e l’emissione di pareri che scudano la responsabilità di amministratori pubblici pongono interrogativi sulla trasparenza delle decisioni. L’Associazione magistrati lamenta di non essere stata ascoltata durante il processo di approvazione della legge. Le loro richieste per una riforma ponderata e condivisa, che tenesse conto delle reali esigenze di funzionamento della Corte, sono state ignorate. Questa situazione, secondo i magistrati, lascia il Paese “orfano di un effettivo controllo delle finanze pubbliche”, suscitando preoccupazioni non solo tra i professionisti del settore, ma anche tra i cittadini, che meritano un sistema di giustizia contabile solido e trasparente.