E’ ormai stato di allerta: sono i vaccini l'ultima frontiera del business della mafia in Italia. Conseguentemente si rende necessario vigilare sulla distribuzione dei vaccini, sia influenzali che soprattutto quelli COVID-19 e, in particolare, a prestare molta attenzione ai loro trasporti nel momento della distribuzione.

Ma da anni la mafia si occupa anche di farmacie e parafarmacie che hanno un ruolo importante nel territorio e per questo sono appetibili: il traffico di farmaci, veri o falsi, o delle bombole di ossigeno sono un affare che fa gola alla criminalità organizzata. In particolare in un un momento in cui si investono grandi risorse sulla salute, è tutto il mondo della sanità a rischiare infiltrazioni mafiosi.

Un ulteriore rischio è quello degli appalti nelle forniture sanitarie, dove la fretta dovuta all'emergenza ha inevitabilmente favorito i clan e le truffe, facendo correre seriamente il rischio che uno degli effetti più negativi della pandemia sia quello di arricchire le organizzazioni criminali che sia mafia, ‘ndrangheta o camorra.

La mafia sembra dunque trarre nuova linfa dall’emergenza sanitaria in corso, emergenza che comporta un aumento del rischio di infiltrazione criminale e mafiosa vista l’inevitabile debolezza economica. E che si stiano creando le condizioni ideali per far prosperare le grandi organizzazioni criminali è dimostrato anche dal turismo, un altro dei settori che risente in modo particolare della pandemia, con il rischio concreto dell’nfiltrazione di usura e riciclaggio mediante acquisizione di attività.