EL BOLSÓN (RÍO NEGRO) - A due mesi dall’inizio di uno dei principali focolai di incendio – nel Parco Nazionale Nahuel Huapi il 25 dicembre scorso – i ministri della Difesa, Luis Petri, e della Sicurezza, Patricia Bullrich, hanno annunciato una serie di misure per contrastare la crisi ambientale che sta devastando la regione.
Durante una conferenza stampa tenutasi a El Bolsón, uno dei centri più colpiti dal disastro, i due ministri hanno comunicato la creazione dell’Agenzia federale per le emergenze, il cui obiettivo è centralizzare e unificare la risposta dello Stato di fronte a grandi disastri, come incendi e inondazioni.
Patricia Bullrich ha spiegato che attualmente esistono 12 strutture statali coinvolte nella gestione delle emergenze, in diverse aree di governo, il che ha causato una sovrapposizione di azioni e disorganizzazione.
Con la creazione dell’Agenzia, il governo intende rendere più efficace e ordinata la gestione delle risorse e dei fondi necessari per far fronte agli eventi calamitosi, centralizzando tutte le strutture disperse tra i vari ministeri. La nuova Agenzia sarà istituita tramite un decreto legge di urgenza.
La ministra della Sicurezza ha anche ribadito che il governo sarà inflessibile nei confronti di coloro che hanno provocato deliberatamente gli incendi nel sud del Paese, esprimendo un forte ringraziamento ai vigili del fuoco e ai cittadini che hanno partecipato alle operazioni di spegnimento dei roghi.
Il ministro della Difesa Luis Petri, accanto a lei durante l’annuncio, ha sostenuto la posizione di Bullrich, affermando che gli incendi sono stati causati intenzionalmente e ha sottolineato l’importanza di punire severamente i responsabili.
“Sono stati dolosi, premeditati, crediamo che questi incendi intenzionali debbano finire. Per questo motivo, stiamo inviando un progetto per aumentare le pene, affinché chi commette questi disastri non possa tornare libero rapidamente, ma debba pagare con la prigione”, ha dichiarato Petri.
Nonostante l’emergenza, durante l’incontro non sono stati annunciati rinforzi nelle operazioni di combattimento degli incendi né l’acquisto di nuovi mezzi come autobotti, aerei antincendio o altre attrezzature che potrebbero essere necessari per affrontare questa e future emergenze. Non è stato neanche affrontato il tema delle perdite materiali subite dalle popolazioni delle aree colpite, né sono state discusse misure per supportare le persone che hanno visto distruggere le proprie case.
Dal dicembre del 2024, la Patagonia argentina sta affrontando gravi incendi che hanno colpito, oltre a Río Negro, anche le province di Neuquén e Chubut. Nel Parco Nazionale Lanín (Neuquén), è attivo da gennaio un incendio nella Valle Magdalena, che ha già distrutto circa 5.000 ettari di bosco. Nella località di Epuyén (Chubut), un altro incendio iniziato a gennaio ha devastato circa 3.500 ettari, danneggiando boschi nativi e abitazioni. Sebbene una parte del fuoco sia stata contenuta, rimangono ancora focolai attivi, in zone di difficile accesso.