SYDNEY - Il National Shelter-SGS Economics and Planning Rental Affordability Index ha mostrato come l’accessibilità degli affitti abbia raggiunto livelli record negativi in quasi tutte le capitali e le regioni. Sydney, Melbourne, Brisbane, Perth e Adelaide hanno registrato i peggiori punteggi degli ultimi dieci anni, con difficoltà analoghe, anche se non marcate come nelle capitali, emerse nelle aree di provincia del NSW, Victoria, Queensland e South Australia.

Secondo il rapporto, la crisi colpisce in particolare i locatari a basso reddito, tra cui pensionati, lavoratori part-time e genitori singoli che ricevono sussidi. Per questi gruppi, ogni città e area regionale è ora classificata come “altamente inaccessibile”. Il dato più impressionante riguarda Sydney, dove un pensionato singolo dovrebbe spendere l’86% del suo reddito per affittare un monolocale.

A Perth, la città meno accessibile secondo il rapporto, l’affitto settimanale medio di 629 dollari equivale al 31% del reddito medio. Sydney segue a ruota, con un affitto medio di 720 dollari che si porta via il 30% del reddito.

John Engeler, portavoce di National Shelter, ha dichiarato che il problema è aggravato dalla carenza di alloggi sociali e dal rapido aumento dei canoni di locazione. “È essenziale che i governi intervengano immediatamente, costruendo più case popolari e regolamentando meglio i mercati degli affitti”.

Le cause principali del problema includono l’aumento dei costi di costruzione, l’incremento dei tassi di interesse e gli alti numeri di crescita demografica determinati dall’immigrazione. Negli ultimi 12 mesi, l’accessibilità è diminuita del 13% a Perth, dell’8% ad Adelaide, e del 6% a Melbourne.

Con una pressione che non accenna ad attenuarsi, la necessità di soluzioni urgenti diventa sempre più evidente per garantire un accesso equo agli affitti in Australia.