CANBERRA - Ospite di ABC 7:30, Maimon ha respinto le accuse rivolte a Israele di star affamando gli abitanti della Striscia di Gaza, replicando così anche alle parole del ministro degli Esteri Penny Wong, che aveva collegato la decisione del governo australiano a riconoscere la Palestina all’estensione dell’offensiva israeliana decisa dal primo ministro Benjamin Netanyahu.
Ieri, Anthony Albanese aveva annunciato che l’Australia si sarebbe unita a diverse altre nazioni nell’Assemblea Generale dell’ONU di settembre nel riconoscere formalmente lo Stato palestinese. Tuttavia, secondo Maimon, questa decisione “non cambierà nulla sul campo, non porterà a un cessate il fuoco né avvicinerà le parti”.
“L’unica soluzione è un negoziato diretto e bilaterale tra Israele e Palestina. Questo deve essere chiaro”, ha affermato l’ambasciatore.
Parole simili sono giunte anche dal presidente israeliano Isaac Herzog, che ha definito la mossa australiana un “grave errore” e una “ricompensa per il terrorismo” di Hamas. Herzog ha sottolineato che “Israele ha sempre aspirato alla pace con i vicini, compresi i palestinesi” e che la decisione di riconoscere la Palestina non aiuterà né i palestinesi né restituirà gli ostaggi.
Maimon, negando l’esistenza di un piano deliberato per affamare la popolazione, ha accusato Hamas di ostacolare la distribuzione degli aiuti: “In due settimane, 18mila mezzi di trasporto hanno attraversato il confine, Israele fa il massimo per facilitare il trasferimento, ma non è responsabile della distribuzione”.
Interrogato sui decessi per la privazione di cibo, l’ambasciatore ha detto di seguire le statistiche israeliane e di non avere dati alternativi, respingendo le accuse e ricordando che gli ostaggi israeliani non hanno ricevuto aiuti umanitari né visite da organizzazioni competenti dal 7 ottobre.