ZAGABRIA - Secondo i risultati ufficiali, Milanović ha ottenuto oltre il 74% dei voti contro il 26% di Dragan Primorac, sostenuto dal partito di centro-destra HDZ, che governa la Croazia.
Si tratta della percentuale più alta mai raggiunta dal 1991 da un candidato presidenziale nella repubblica indipendente. Nonostante il ruolo presidenziale in Croazia sia prevalentemente cerimoniale, la vittoria di Milanović rappresenta un colpo per l’HDZ e per il primo ministro Andrej Plenkovic, suo acerrimo rivale politico, già scosso a novembre da uno scandalo di corruzione.
“Croazia, grazie!”, ha dichiarato Milanović ai suoi sostenitori durante i festeggiamenti in un club di arte e musica a Zagabria. “Guardo a questa vittoria come un riconoscimento del mio lavoro negli ultimi cinque anni e un messaggio plebiscitario da parte del popolo croato a chi dovrebbe ascoltarlo”, ha aggiunto, riferendosi al governo guidato dall’HDZ.
Milanović, sostenuto dall’opposizione di sinistra, aveva sfiorato la vittoria già al primo turno ottenendo il 49% dei voti. L’affluenza è stata del 44%, percentuale leggermente inferiore rispetto al primo turno.
Molti croati vedono la presidenza come un contrappeso politico necessario, considerando il dominio dell’HDZ dal 1991. Tuttavia, Milanović rimane una figura controversa. Pur condannando l’invasione russa dell’Ucraina, ha criticato il sostegno militare occidentale a Kiev e si è opposto a un programma per addestrare soldati ucraini in Germania.
Primorac, ex ministro e candidato dell’HDZ, aveva promosso un programma basato sul patriottismo e sui valori familiari, ma è stato criticato per la sua mancanza di carisma. “Con il mio programma, volevo inviare un messaggio chiaro: la Croazia può e merita di meglio”, ha detto Primorac dopo la sconfitta.
Intanto, i giovani croati lamentano la scarsa attenzione dei leader politici verso temi rilevanti come l’accessibilità abitativa e il tenore di vita degli studenti.