ROMA - Le minacce alla sicurezza nazionale arrivano “da attacchi aerei, droni, dal dominio dello spazio, e dalla cyberguerra, dalla guerra cognitiva, dalla guerra ibrida che mina le istituzioni democratiche”. È il quadro delineato dal ministro della Difesa Guido Crosetto illustrando alle commissioni Difesa riunite di Camera e Senato il documento programmatico pluriennale della Difesa, che rilancia anche il progetto del nuovo scudo spaziale nazionale.
“Il contesto globale in cui ci muoviamo segna una crescente e diffusa instabilità. Il Mediterraneo è un’area di priorità cruciale per l’approvvigionamento energetico e interscambio commerciale”, ha ricordato Crosetto, sottolineando che “la resilienza nazionale assume un ruolo fondamentale soprattutto nella protezione delle infrastrutture critiche vulnerabili ad attacchi ibridi e fisici”.
Il ministro ha ricordato che gli Stati Uniti stanno accelerando sul sistema Golden Dome, “mentre l’Europa e la Nato comprendono più che mai come sia la terza dimensione quella da cui attenderci una minaccia fisica”, rendendo lo spazio e l’aria come nuovi ambiti nevralgici della sicurezza.
Al tempo stesso, però, “minacce e attacchi arrivano senza soluzione di continuità nel dominio cibernetico, della disinformazione e della guerra cognitiva e ibrida per minare le istituzioni democratiche”.
Crosetto ha quindi avvertito che “il dominio spaziale è sempre più centrale nello sviluppo tecnologico e presenta rischi legati allo spionaggio e al sabotaggio che possono compromettere servizi ormai indispensabili”, e ha richiamato l’esperienza della guerra in Ucraina, “una ‘war of drones’ caratterizzata da un sempre più rapido ciclo di innovazione tecnologica”, in cui “la crescente accessibilità a nuove tecnologie consente anche a soggetti ostili di acquisire strumenti avanzati a basso costo difficili da identificare e contrastare, come droni e minidroni”.
Da qui la priorità attribuita al nuovo scudo nazionale: “Il Dome nazionale, lo scudo, non è un singolo sistema ma un’architettura protettiva” che dovrà garantire “superiorità aerospaziale, difesa missilistica e in prospettiva, ma non oggi, antidrone”. Un sistema “che non abbiamo mai avuto e ormai irrinunciabile”, ha ribadito il ministro, ricordando che sono previsti “4,4 miliardi di euro” di investimenti.
Accanto allo spazio e all’aria, anche il fronte digitale assume un ruolo centrale. “Il dominio cyber rappresenta una delle dimensioni più strategiche”, ha spiegato Crosetto, indicando tre pilastri fondamentali: la valorizzazione del dato come risorsa operativa e strategica, la connettività avanzata e la cybersicurezza “intesa in senso pieno”, con un investimento di 500 milioni di euro l’anno.
Il ministro ha quindi aggiunto: “Oggi non sappiamo se l’evoluzione tecnologica quantistica non renda le attuali possibilità di difesa cyber inutili o non dia una sicurezza tale da rendere inutili gli attacchi”.
In chiusura, Crosetto ha richiamato l’obiettivo complessivo del nuovo modello di Difesa: “L’esigenza odierna è chiara: costruire uno strumento in grado di operare in quello che si chiama multidominio, mantenendo un equilibrio nella delicata alchimia tra forze convenzionali e alta tecnologia”.