BUENOS AIRES – Una ricerca sugli immigrati italiani nel conurbano di Buenos Aires, iniziata 15 anni fa, si è trasformata in una serie documentaristica. Il tutto grazie a una conversazione tra l’agente consolare di Morón Giulio Barbato e Aníbal Corrado, segretario alla Ricerca del dipartimento di Diritto e Scienze Politiche dell’Universidad della Matanza, due località del conurbano ovest di Buenos Aires.

“La ricerca era stata condotta in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma ed era stata diretta da Alessandro Simonicca – ricorda Aníbal –. Erano state realizzate 71 interviste, filmate, con la storia di vita di altrettante persone arrivate dall’Italia nel secondo dopoguerra”.

I materiali sono ancora disponibili su un blog dedicato al progetto.

Barbato intuisce che quel materiale andava assolutamente valorizzato. Vengono recuperate le interviste e si convoca un documentarista, Kami Fares, un italo-palestinese residente a New York. “Si è occupato del montaggio – spiega Aníbal –. Ha cercato materiale all’Archivio di Stato e nelle Teche Rai, gli archivi delle tv di Stato”.

È nato così Cruzar el charco – El sueño argentino (Attraversare lo stagno – Il sogno argentino), una serie di 10 puntate, da 10 minuti ciascuna, dedicate alla vita degli immigrati italiani. Il charco, nel gergo dei migranti, è l’oceano.

“Abbiamo scelto un formato breve e dinamico, per interessare anche i giovani – spiega Corrado –. Ogni puntata sviluppa un tema in modo orizzontale: la guerra, il viaggio, il lavoro, le tradizioni mantenute, il formare una famiglia in Argentina… La sensazione è che il ‘sogno argentino’, rispetto a quello ‘americano’ sia meno individualista, meno orientato al progresso individuale e più attento alla comunità”.

Il flyer del progetto.

E in questo senso Aníbal Corrado ci svela un ricordo di famiglia. “Sono italiano di 4° generazione e il primo laureato della famiglia. Dietro di me non c’è solo il mio sogno, ma il sogno delle generazioni che mi hanno preceduto”.

Il documentario è stato presentato in anteprima il 18 giugno al Teatro Municipale di Morón. “Mancano gli ultimi dettagli al lavoro di montaggio – dice Anibál –. Poi sarà a disposizione di tutti. Italiani e argentini”.