Scontri, arresti, violenze nelle strade a la Avana,ma anche in altri centri minori, stanno caratterizzando le ultime ore con i dimostranti che sono scesi in strada nella più grande protesta occorsa negli ultimi 30 anni. I cubani, messi alle corde da una crisi economica aggravata dalla pandemia, hanno scaricato la rabbia per loro sofferenze nei confronti del presidente Miguel Diaz-Canel.
La protesta si era propagata in modo spontaneo alimentata dagli appelli diramati sul web e rilanciati sui social media, una novità per Cuba, dove gli unici raduni autorizzati sono quelli del partito comunista. I manifestanti hanno marciato per le strade urlando slogan contro il governo dopo settimane di penuria di cibo e di medicinali. Le maggiori tensioni si sono registrate a la Avana e nel centro minore di San Antonio de los Banos, a circa trenta chilometri dalla capitale. Le forze dell’ordine hanno sedato le proteste ricorrendo ai manganelli ed allo spray urticante, per poi arrestare centinaia di dimostranti.
La Russia ha lanciato un ammonimento contro qualsiasi “interferenza esterna” a Cuba. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, ha dichiarato: “È inaccettabile che ci sia un’interferenza esterna negli affari interni di uno Stato sovrano o qualsiasi azione distruttiva che incoraggi la destabilizzazione della situazione sull’isola”.
Il presidente cubano, Miguel Diaz-Canel, ha puntato l’indice accusatore nei confronti degli Stati Uniti: “Gli Stati Uniti vogliono provocare disordini sociali”.
Gli ha risposto a distanza il presidente statunitense, Joe Biden, sotto forma di un appello al regime cubano perché ascolti il suo popolo e la sua inequivocabile richiesta di libertà e di aiuto per la crisi legata alla pandemia: “Il regime ascolti il suo popolo, è una chiara richiesta di libertà”.