LA HAVANA - Il governo cubano ha annunciato da giovedì la sospensione delle attività lavorative e scolastiche “non imprescindibili” per il venerdì e sabato, a causa della grave crisi energetica che sta colpendo l’isola.  

La ministra del Lavoro e della sicurezza sociale, Marta Elena Feito Cabrera, ha comunicato la decisione già per lo scorso fine settimana, precisando che l’obiettivo è ridurre il consumo di energia elettrica, per alleviare le difficoltà che la popolazione sta affrontando. 

“La situazione energetica che il Paese sta vivendo ha reso necessario un intervento per risparmiare energia e mitigare gli effetti sulla popolazione. Pertanto, si è deciso di sospendere il 14 e 15 febbraio le attività lavorative e scolastiche non essenziali”, aveva dichiarato Feito Cabrera tramite un comunicato pubblicato sul suo profilo social X. 

L’Istituto nazionale di sport, educazione fisica e ricreazione (Inder) ha rinviato gli eventi previsti per lo scorso fine settimana.

La situazione è particolarmente critica: la Unióne Eléctrica di Cuba (Une) ha dichiarato che il sistema ha subito una riduzione di 1.656 megawatt alle 18:30 di giovedì scorso. Sebbene la capacità totale dell’isola superi i 6.000 megawatt, solo il 21,7% di essa è supportata da motori a olio combustibile e il 21,9% da motori a diesel, come riportato da fonti ufficiali. 

La crisi elettrica di Cuba non è una novità. Nel 2024 una “disconnessione totale del Sistema Elettrico Nazionale” ha lasciato milioni di cubani senza corrente. 

I problemi del sistema elettrico sono un tema ricorrente da decenni, legati principalmente alla scarsa manutenzione delle infrastrutture e alla carenza di investimenti nel settore.  

Le autorità cubane hanno spesso attribuito il peggioramento della situazione alle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. In ottobre, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel aveva dichiarato che i blackout erano una “dimostrazione ulteriore” dei problemi causati dal bloqueo, il termine usato a Cuba per indicare l’embargo.