BUENOS AIRES - Il ministro della Giustizia, Mariano Cúneo Libarona, ha confermato che il governo di Javier Milei cerca di eliminare la figura del femminicidio dal Codice Penale argentino. “Indipendentemente dal nostro sesso, siamo tutti uguali di fronte alla legge e meritiamo la stessa protezione e rispetto”, ha affermato.
“Elimineremo la figura del femminicidio dal Codice penale argentino”, ha dichiarato il funzionario attraverso il suo account su X, spiegando che l’amministrazione “difende l’uguaglianza di fronte alla legge sancita dalla nostra Costituzione nazionale”.
Nel post, accompagnato da un video con le dichiarazioni del ministro in cui giustifica l’abrogazione della normativa, ha affermato che “nessuna vita vale più di un’altra” e ha fatto riferimento al discorso del presidente argentino in Svizzera questa settimana. “Come ha detto il presidente Javier Milei a Davos, il femminismo è una distorsione del concetto di uguaglianza che cerca solo privilegi, mettendo una metà della popolazione contro l’altra”.
Inoltre, ha affermato che “per anni la donna è stata usata per riempirsi le tasche e denigrare l’uomo”.
La figura del femminicidio ha cominciato a essere utilizzata in Argentina alla fine del 2012, con l’approvazione della legge 26.791, che ha tipificato questa figura giuridica nel Codice Penale, all’interno dell’articolo 80.
La norma ha stabilito che quando un uomo uccide una donna con motivazioni di violenza di genere, la giustizia deve infliggere una pena di prigione a vita. La pena è maggiore rispetto alla condanna per omicidio, fissata tra 8 e 25 anni.
La legge ha ampliato le figure di femminicidio intimo, omicidio per odio verso l’identità di genere e la sua espressione e femminicidio collegato, che può includere i casi in cui un uomo uccide una terza persona, per esempio un figlio, un genitore o un nuovo partner, per infliggere dolore o sofferenza alla donna che è o è stata la sua partner.
Inoltre, il Governo prevede di abrogare diverse norme relative all’uguaglianza di genere e ai diritti delle persone LGTB+. Tra le leggi in questione ci sono la Legge sull’identità di genere, il Dni non binario, la Legge Micaela (che obbliga i funzionari pubblici a ricevere una formazione su genere e violenza contro le donne), la Legge sulla parità elettorale (che richiede una rappresentanza del 50% di uomini e donne nelle liste elettorali) e la Legge per la promozione dell’accesso all’occupazione formale per persone trans (che prevede quote obbligatorie di assunzioni).
Secondo quanto emerso, il pacchetto di riforme sarà presentato con il nome di “Progetto di uguaglianza di fronte alla legge”, durante il periodo delle sessioni ordinarie del Congresso.