La corona di spine

La corona di spine di Gesù è custodita a Parigi.

Anche se ne sono state catalogate circa 700, la corona di spine “autentica” è costituita da un cerchio intrecciato tenuto insieme da un filo dorato con 70 spine attaccate. Viene esposta alla venerazione dei fedeli ogni primo venerdì del mese e il Venerdì santo.

La corona di spine fu data a Luigi IX di Francia dall’imperatore di Costantinopoli come pegno per un prestito, e portata a Parigi nel 1239.

Il re francese fece costruire la chiesa di Sainte-Chapelle per custodire molte preziose reliquie della Passione.

Purtroppo, la maggior parte delle reliquie conservate nella Cappella andò perduta a conseguenza della Rivoluzione francese.

La corona di spine fu però messa in salvo e le fu fatto un nuovo reliquiario in epoca napoleonica, che è quello attuale nella cattedrale di Notre Dame.

Il significato di INRI

Quando Gesù era già crocifisso sulla croce, uno dei soldati romani gli pose una corona di spine come simbolo di scherno nei suoi confronti, poiché molti dei suoi seguaci lo descrivevano come “il re dei re”.

All’altezza della sua testa inchiodarono una tavoletta di legno con la scritta INRI, per Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, cioè “Gesù nazareno, re dei Giudei”, che, secondo i Vangeli, fu fatta mettere per dispregio da Ponzio Pilato.

Pasqua bassa, media e alta

La Pasqua è da sempre definita una “festa mobile” e cade sempre tra il 22 marzo e il 25 aprile.

Quando la celebrazione pasquale cade tra il 22 marzo e il 2 aprile, si dice che la Pasqua è “bassa”. Se cade tra il 3 aprile e il 13 aprile si dice che la Pasqua è “media”. Se la data cade tra il 14 aprile e il 25 aprile, la Pasqua è definita “alta”. L’ultima Pasqua più bassa (22 marzo) cadde nel 1818 e non tornerà più fino al 2285. La più alta (25 aprile) la si ebbe l’ultima volta nel 1943; la prossima avverrà nel 2038.

Un uovo da 16,5 milioni di dollari

Nel 2007, un uovo smaltato e ingioiellato che fu fabbricato nel 1902 a San Pietroburgo, sotto la supervisione del gioielliere russo Peter Carl Fabergé, è stato venduto per quasi 9 milioni di sterline.

Si tratta di un orologio a forma di uovo, fatto d’oro, argento, perle e diamanti taglio-rosetta il cui guscio è coperto di smalto traslucido rosa.

L’uovo è molto speciale perché, allo scoccare di ogni ora, un galletto smaltato e tempestato di diamanti spunta dalla sommità, sbatte le ali quattro volte, annuisce tre volte con la testa, apre e chiude il becco ed emette un canto, per poi tornare a scomparire all’interno del guscio mentre si ode un rintocco di campana.

Perché si dice “felice come una Pasqua”?

Non è raro utilizzare il modo di dire “essere felici come una Pasqua” quando si vuole esprimere uno stato di estrema gioia, allegria ed esultanza.

Ma perché, per manifestare questo stato d’animo, ci si riferisce proprio alla festività della Pasqua? Tale espressione potrebbe apparire contraddittoria, considerando che il periodo è legato alla Via Crucis e all’invito al digiuno. Tuttavia, la Pasqua è considerata la festa per eccellenza e rappresenta la felicità ritrovata. Infatti, per i cristiani ricorda la resurrezione di Cristo, mentre per gli ebrei segna la liberazione dalla lunga schiavitù dall’Egitto.

Il nome Pasquale

In Italia, il nome Pasquale è comune, specie verso il Sud Italia. Gli esperti ricordano che le sue origini sono ebree e greco-latine. Il suo significato, invece, significa “transito” e “passaggio”.

Prima era usanza diffusa chiamare il figlio in questo modo se egli nasceva nel giorno di Pasqua.

L’onomastico si può celebrare in diversi giorni dell’anno vista la forte presenza di santi e beati che portano questo nome: fra le varie ricorrenze, c’è quella del 17 maggio, in onore di san Pasquale Baylón, religioso francescano, come anche il 22 febbraio, in onore di san Pascasio di Vienne.

Al femminile esistono Pasqua, Pasquina e Pasqualina. Ne derivano, inoltre, numerosi cognomi, come Pasquali, Pasqualini, Pascale, Pascucci e altri.