LONDRA - Da oltre trent’anni è il punto di riferimento dei bergamaschi del Regno Unito, custode delle storie, dei racconti e delle memorie che, da quel 7 novembre dell’87 – data della fondazione – si sono legati al circolo, trovando in esso non solo un luogo di ritrovo, ma una vera e propria dimora in cui sentirsi a casa: l’Ente Bergamaschi nel Mondo UK.
“L’associazione è stata fondata dall’allora cavaliere Gianni Mai, insieme a Adalberto Milesi, Aldo Rivellini e altri soci purtroppo oggi scomparsi”, ha raccontato Radames Bonaccorsi Ravelli, presidente del circolo da oltre un decennio. “A Londra c’era – e c’è tuttora – una comunità bergamasca molto numerosa e si sentì l’esigenza di creare un punto di riferimento. Il primo raduno si tenne a Villa Carlotta, ristorante iconico della città: per l’occasione, che coincise con la festa di Santa Lucia, parteciparono 130 persone. Da lì in poi si sono susseguiti pic-nic, barbecue, incontri conviviali, spesso anche nella casa di Adalberto Milesi, che disponeva di una grande area verde proprio alle porte di Londra”.
Il presidente ha raccontato di essere entrato in contatto con il circolo qualche anno dopo il suo arrivo nella capitale del Regno Unito, dunque verso i primi anni Duemila, grazie ad un incontro con lo stesso Gianni Mai avvenuto allo Spaghetti House, ristorante italiano spesso frequentato dal fondatore dell’associazione. “Entrai come semplice socio e, nel 2010-2011, ne venni eletto presidente, ruolo che ricopro tuttora”, ha precisato Bonaccorsi Ravelli.

Gianni Mai, fondatore dell’Ente Bergamaschi nel Mondo UK.
Nel corso degli anni, l’Ente Bergamaschi nel Mondo UK ha organizzato e promosso numerose iniziative, spaziando dai più comuni incontri conviviali come barbecue, cene e serate tematiche, alle giornate sportive (si ricordano, con grande piacere, i tornei di bocce che venivano spesso ospitati nelle case private dei soci), fino ad attività culturali per promuovere storia, tradizioni e identità non solo bergamasche, ma anche italiane in senso più ampio.
“Io credo che il campanilismo, se vissuto positivamente, sia utile: mantiene vive le radici e la memoria collettiva – ha puntualizzato il presidente. - Allo stesso tempo, però, il nostro circolo è inclusivo: accoglie anche emigrati di prima generazione provenienti da Egitto, Marocco, Albania, Kosovo, Cina. Cerchiamo sempre di valorizzare anche le loro culture: capita che portino un piatto tipico ai nostri incontri, ed è incredibile vedere come il cibo diventi un linguaggio universale capace di unire più delle parole”.
Quanto ai soci, oggi l’associazione è molto attiva e ancora conta numerosi iscritti, la maggior parte dei quali continua a dimostrare un vivo interesse nei confronti del calendario socio-culturale promosso dall’Ente. Eppure, come in molte altre realtà del genere nel mondo, si inizia ad avvertire una certa difficoltà nel coinvolgere le nuove generazioni, (anche) a causa dell’impegno totalmente volontario del proprio tempo e delle proprie risorse.
“Spesso i giovani chiedono: ‘Perché dovrei impegnarmi se non vengo pagato?’. Questo è un problema diffuso, che però stiamo affrontando trasformando un po’ la struttura interna: da circolo sociale si passa sempre più a ruoli di responsabilità e comunicazione”, ha spiegato il presidente, per poi continuare. “Per fortuna, nel nostro caso ci sono già alcuni giovani candidati, tra i 24 e i 28 anni, che stiamo formando per portare avanti il lavoro. È fondamentale che i ragazzi capiscano che non si tratta solo di ‘fare gli emigrati’, ma di custodire storie, tradizioni e identità. Se queste radici si perdono, si rischia di creare una società amorfa, senza memoria, con il rischio che figli e nipoti un domani cerchino disperatamente di recuperare ciò che è stato dimenticato”.

Pic-nic organizzato a casa di Adalberto Milesi (a sinistra con il gomito appoggiato sulla bandiera italiana) nel lontano 1999.
Tra le prossime attività in programma, il presidente segnala l’iniziativa del 12 ottobre, quando verrà celebrata la Santa Messa in ricordo di Papa Giovanni XXIII, a conclusione di un ciclo di eventi iniziati nel 2023 per il sessantesimo anniversario della sua scomparsa e proseguiti nel 2024 per i 10 anni dalla canonizzazione. Qualche giorno prima, il 5 ottobre, in occasione del Giubileo dei Migranti, il circolo ha organizzato una cena multireligiosa e inclusiva, aperta a cristiani, musulmani e non credenti, organizzata all’Amalfi Lounge con finalità benefiche.
Il 9 settembre, invece, l’Ente Bergamaschi nel Mondo UK sarà a Roma con un gruppo di sette persone per un incontro in Vaticano, dove verrà donata una litografia al Santo Padre. Il gruppo comprende, oltre al presidente Bonaccorsi Ravelli, anche il presidente del Circolo MIE di Londra, Valeriano Drago, con cui l’associazione collabora da un po’ di tempo in diversi progetti legati al comitato Roncalli, e altre personalità legate alla Fondazione Roncalli e allo stesso ente.
Sul fronte culturale, si sta attualmente lavorando alla presentazione di un libro di Michele Capaccioli, emigrato toscano a Londra, che racconta la storia di otto bambini sotto le bombe, e ad un incontro con Marco Pilla, araldista, genealogista e restauratore, che terrà una conferenza sull’evoluzione della nobiltà e degli abiti dal Medioevo a oggi. Per il prossimo anno, insieme all’avvocato Drago, si sta già abbozzando un progetto per celebrare gli 80 anni della Repubblica Italiana.

Tea party al Charing Cross Hotel.
Accanto a questi eventi, ci saranno anche appuntamenti più semplici ma fondamentali per mantenere i legami. “Spesso ci incontriamo a cena, soprattutto in pizzeria. Prima della Brexit ci si vedeva una volta a settimana, ora un po’ meno, ma cerchiamo comunque di trovarci almeno una o due volte al mese, anche solo per condividere una pizza e fare due chiacchiere. Sono momenti preziosi per stare insieme e rafforzare il senso di comunità”, ha commentato il presidente.
Per rimanere aggiornati sulle attività del circolo, è possibile seguire l’Ente Bergamaschi nel Mondo UK sui Social e tenere d’occhio il suo sito.