Abbiamo iniziato una nuova rubrica, a cura di Frank Di Blasi, con lo scopo di ascoltare il parere di un gruppo di persone della nostra comunità, residenti in diverse località geografiche dell’area metropolitana di Melbourne e in alcune città di provincia dello Stato. Come hanno trascorso questi mesi di lockdown è il tema principale di questa serie di articoli e cosa possiamo imparare da questa situazione fuori dal comune. 

Nell’ultimo articolo abbiamo parlato con Rosa Oppedisano, residente a Pascoe Vale. Adesso facciamo ritorno ad Avondale Heights per trovare Matteo e Connie Ciavarella: lui 73enne, cantante e chitarrista, nativo di Foggia, e lei originaria da Taurianova in provincia di Reggio Calabria.

Matteo è noto ai pensionati di Melbourne perché è da anni che si esibisce sui palcoscenici delle feste pomeridiane dei pensionati con il suo repertorio di canzoni anni ‘60, ‘70 e ‘80 accompagnto, in passato da Joe Brancatella, poi dal maestro Paolo Pergolese e Joe La Greca, e negli ultimi tempi dal fisarmonicista Mario Sammartino. Aveva 22 anni quando nel 1969 ha lasciato la Puglia per recarsi in Australia a bordo della Motonave ‘Achille Lauro’. A Melbourne, Matteo ha lavorato come saldatore elettrico per 22 anni con la Massey Ferguson e poi con la Visy Paper Company, prima di andare in  pensione per disabilità fisiche. Sposato con Connie, lo scorso 11 aprile avrebbero dovuto festeggiare il loro 50esimo anniversario di matrimonio, ma non è stato possibile per via delle restrizioni ancora in corso. In pensione da 19 anni, la coppia vive in una elegante zona di Avondale Heights da ormai 32 anni, e uno dei passatempi preferiti da Matteo è quello di allevare canarini e cardellini dai bei colori: “In questo periodo, l’unico passatempo è quello di accudire gli uccelli e coltivare il mio orticello, piantando verdure e tutto ciò che non richieda esperienza di giardinaggio – ha raccontato Matteo –. Faccio delle prove di canto e con la chitarra, aiuto Connie nelle faccende domestiche. Cos’altro si può fare?”.

Genitori di due maschi e una femmina che li hanno resi orgogliosi nonni di sette nipoti, Matteo e Connie, come tutti noi, stanno vivendo questo momento di isolamento in modo molto agitato e con grande scontentezza: “Chi avrebbe mai potuto immaginare che, con l’inizio del 2020, il mondo avrebbe affrontato un virus seminado paura, sofferenza e morte oltre allo scompiglio della nostra tranquillità e della felicità famigliare – ha detto Matteo –. Senza poi pensare che con questa nuova ondata e con l’introduzione del coprifuoco, abbiamo cominciato a sentirci come sopraffatti da un nemico; non era mai successo di poter testimoniare a una situazione come questa. Anche l’imporci di non poter vedere i nostri figli o nipoti in casa nostra o a casa loro, mi sembra pazzesco. Ci commuoviamo ascoltando i nostri nipotini che mi chiedono, ‘Nonno, perché non vieni più a vederci? Noi ti vogliamo bene!’. Noi quindi speriamo e preghiamo che si trovi presto un vaccino capace di debellare questo terribile virus e forse potremo ritornare alla serenità di un tempo”.