L’indirizzo corrisponde a una zona residenziale del barrio di Caballito a Buenos Aires. Casette basse, terrazze piene di piante, poche auto e il sole ancora tiepido dell’autunno australe. Un caffè fricchettone offre piatti di cucina fusion.
Arrivati nella calle Méndez de Andes, non c’è bisogno di sbirciare l’agenda per controllare il numero civico. Basta guardarsi intorno e cercare la bandiera dei quattro mori, per avere la certezza di essere davanti alla sede dell’associazione Sardi Uniti. L’emblema delle quattro teste di moro, separate l’una dall’altra da una croce rossa di San Giorgio, è un’eredità dell’epoca della dominazione aragonese in Sardegna, dal 1324 al 1479. Rappresenta quattro vittorie della Corona cattolica contro i musulmani (a Saragozza, Valencia, Murcia e alle Baleari). Secondo la leggenda, invece, l’origine è ancora più antica e risale addirittura alla battaglia di Alcoraz del 1096, quando gli aragonesi sconfissero gli arabi – si dice – grazie all’intervento di San Giorgio in persona che, apparso sul campo di battaglia con una veste bianca e una croce rossa sul petto, avrebbe decapitato all’istante ben quattro comandanti nemici.
Sia come sia, in Sardegna la bandiera è onnipresente ed è un modo per fare capire al visitatore che quella è anche un po’ casa sua. Ed è così, con quella stessa gentilezza ruvida e al tempo stesso confortante che caratterizza i sardi, che ci hanno accolto la segretaria María Margarita Tavera e la tesoriera Beatriz Marongiu.
L’associazione nasce ufficialmente, con tanto di statuto, il 19 aprile 1936, per iniziativa di un gruppo di un gruppo di sardi anarchici e antifascisti emigrati in Argentina negli anni ’20 del secolo scorso. Il legame tra la Sardegna e Buenos Aires è profondo: la città deve infatti il suo nome a Nostra Signora di Bonaria, patrona dei naviganti, la cui statua si trova a Cagliari, nel santuario dedicato alla Madonna in cima al colle di Bonaria, appunto.
“L’associazione era stata creata sul modello delle società di mutuo soccorso italiane – spiega Tavera –. Offriva aiuto economico alle famiglie in difficoltà e c’era addirittura un medico in sede, il mitico dottor Hugo Puddu”. Nato in Argentina nel 1922, laureato all’università di Buenos Aires, di cui poi è stato docente nel campo della Nefrologia, ha prestato per anni la sua assistenza in forma gratuita ai soci.
Oggi l’associazione funziona soprattutto come centro per la diffusione della cultura sarda, un’attività testimoniata da un’intensa produzione editoriale: saggi, ricerche sulla storia dell’associazione, memorie, libri fotografici sull’arte, la natura e l’artigianato della Sardegna, ricettari per la preparazione di piatti tipici (gnocchetti, spaghetti alla bottarga, culurgiones, pane carasau, seadas…).
Tra i soci attuali, sono ormai pochi quelli nati in Sardegna: tra loro ci sono due centenari, a confermare la nota longevità degli isolani.
“Il dialetto sardo purtroppo è andato perduto, ma tutti studiamo italiano, per poter comunicare con le nostre famiglie sull’isola”, dice Beatriz Marongiu, che nella sua attività a favore dell’associazione è appoggiata e aiutata dal marito, “sardo honoris causa”.
María Margarita racconta il suo primo viaggio, appena ventenne, in Italia, con tappa obbligata a Ittiri (Sassari), il paese del padre. “Era il 1980, arrivo all’aeroporto di Alghero e mi ritrovo circondata da una folla – basta il ricordo per accenderle lo sguardo –. Ci misi un po’ a capire che tutto il paese era venuto a ricevermi”. Un soggiorno di due mesi che segna uno spartiacque nella sua vita: “Prima ero un’argentina di origine sarda, poi sono diventata una sarda nata in Argentina”.
Beatriz, che familiari e amici chiamano Betty, compie il primo viaggio nel 1970, a 12 anni. “Arrivata a Lanusei, il paese di mio padre, in provincia di Nuoro, mi rendo conto che ancora qualcuno si ricordava di lui – dice –. Lo chiamavano con il soprannome di quando era bambino, Sparafucile, perché un giorno, giocando con i compagni a chi riusciva a fare il rumore più forte, andò in casa, prese un fucile da caccia e si mise a sparare in aria con quello”. Per la cronaca, vinse la sfida.
Sardi Uniti fa parte della Federazione dei circoli sardi in Argentina, a cui aderiscono anche associazioni di San Isidro, Villa Bosch, La Plata, Mar del Plata (provincia di Buenos Aires), Rosario, Tucumán e Neuquen e di cui è presidente María Margarita Tavera.
Per informazioni: www.instagram.com/sardiuniti1936/