Un’intera, gigantesca nazione senza olio d’oliva: una tundra anglo-centrica priva di parmigiano, prosciutto e basilico. Le migrazioni di massa dal Belpaese hanno cambiato tutto, fortunatamente.
La storia dei primi ristoranti italiani in Australia ha un’intelaiatura più complessa di quanto si possa supporre. Si torna certamente indietro ai migranti del secondo dopoguerra quando oggi si riflette sull’attuale popolarità del cibo italiano, ma già agli anni ’20 e ’30 risale l’emergere di quella che sarebbe passata alla storia come la ‘Spaghetti Mafia’ di Melbourne, ristoranti, come il celebre The Society, che hanno man mano spazzato via la bistecca di scamone o la braciola di montone, tipiche dell’allora monotona cucina britannica.
Affermata attrice e sceneggiatrice italo-australiana, Marita Wilcox è cresciuta specchiandosi nei ricordi di sua madre, memorizzando immagini e rievocando sapori.
Suo nonno, Giuseppe Codognotto, è stato tra i primi a lasciare il segno nel panorama gastronomico della capitale del Victoria, mostrando agli australiani i piaceri della vita, non solo a tavola, attraverso il cibo e il vino, l’arte della conversazione e la musica.
Nel lontano 1923, ha fondato ‘La Società Italiana’ a Little Bourke Street, originariamente un club per i suoi compatrioti.
Poco dopo un suo inaspettato ritorno nella Regione d’origine, il Friuli – in quegli anni, è convolato a nozze con Amalia, la quale ha dato alla luce il primogenito Rino e la seconda bambina, Rina –, Codognotto ha trasferito il suo locale al 23 di Bourke Street con il nome di ‘The Italian Society’, dando vita una delle più antiche istituzioni gastronomiche italiane a Melbourne.
Da sinistra: Ernesto Codognotto, Tony Evangelista e Rina
Partendo da quei giorni di complessità e splendore, Wilcox ha dato vita a una sceneggiatura brillante, sofisticata e straordinariamente dettagliata, per narrare la storia della sua famiglia, di un ristorante che ha accolto generazioni e ha servito celebrità e militari americani, e di una donna, sua madre Rina, che non hai mai avuto timore di mostrare le sue doti e la sua caparbietà.
“Mia mamma mi ha chiesto di scrivere la sua storia, aveva letto un articolo su un giornale che raccontava delle falsità sulla storia di suo fratello Rino, che per lungo tempo ha gestito il ristorante. L’idea iniziale era di realizzare un libro coffee table, completo di ricette, ma alla fine sono tornata al mio primo amore, la sceneggiatura”, ha spiegato Wilcox.The Italian Society – costretti dal governo australiano a cambiare il nome in ‘The Society’ negli anni ’40, di fronte al sentimento anti-italiano in tempo di guerra – si ergeva su due piani proprio nel cuore di Melbourne: “Al terzo piano c’era un locale illegale, con due tavoli da biliardo e un tavolo per giocare a carte – ha raccontato Rina Codognotto, oggi novantasettenne –. Durante la Seconda guerra mondiale, il secondo piano era riservato agli yankees, i militari americani di stanza in Australia, i quali ci spinsero a cambiare il menù per soddisfare i loro gusti: spaghetti e polpette. Gli italiani, invece, avevano i loro tavoli fissi”.
Proprio al The Italian Society, è comparso il primo matterello per fare i ravioli, importato direttamente dall’Italia nel 1935. Rina ricorda ancora quei giorni in cui accompagnava personalmente suo padre al molo di Port Melbourne per ritirare prodotti e utensili tradizionali.
Purtroppo, Giuseppe Codognotto è scomparso molto presto: Rino aveva soltanto quindici, costretto a prendere le redini del locale, Rina era ancora una dodicenne.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, il nuovo giovane ristoratore è stato inaspettatamente chiamato alle armi: “Era l’unico uomo in famiglia, non doveva partire secondo le leggi dell’epoca. Fu un fatto inspiegabile. Le circostanze, che sono ancora un segreto, le racconteremo in esclusiva nello spettacolo”, ha continuato Wilcox.
Rina insieme agli attori di origine italiana dello spettacolo ispirato alla sua storia; stringe il mattarello originale che si usava un tempo per fare i ravioli
Nonostante la giovanissima età, Rina ha cominciato a gestire un ristorante con uno staff di oltre venti persone “che le hanno dato filo da torcere, in quanto donna”. Eppure, The Society continuava a crescere fino a ospitare grandi celebrità come l’attore Barry Humphries, lo scrittore Gore Vidal, la straordinaria attrice Vivien Leigh, e l’autore americano James Michener che descrisse la sua cena come “il miglior pasto mai mangiato”.
“Un giorno, l’allora primo ministro passò davanti al ristorante e mi chiese cosa fosse. Disse, ‘Ah, pensavo che tutti gli italiani fossero andati via per la guerra’. Mangiò il suo primo piatto di spaghetti e da quel giorno tutti i politici di Melbourne cominciarono ad arrivare – ha raccontato Codognotto –. Poi, mi omaggiavano di regali. Ricordo i biglietti per uno show al Melbourne Glaciarium, io amavo il pattinaggio sul ghiaccio, volevo diventare una pattinatrice, ma mia mamma me lo vietò”.
Lo spettacolo trova le sue ultime pagine con la fine della Seconda guerra mondiale: Rino di ritorno dalla Nuova Guinea, disorientato e sconvolto dagli orrori della guerra, mentre Rina ancora a lavoro, anche dopo il matrimonio e la nascita dei suoi tre figli.
“Ho studiato Commedia dell’Arte durante i miei anni di recitazione e ho imparato ad apprezzare la grande tradizione del teatro italiano – ha spiegato la regista Hanrahan –. Quando mi è stata proposta la sceneggiatura, non ho avuto alcun dubbio: è una storia vera, è la storia di Rina, della sua famiglia italiana a Melbourne, in un’epoca decisamente particolare. È un’immensa opportunità, che non solo mi fa riavvicinare alla Commedia dell’Arte, ma ci permette di riflettere su come gli australiani s’identifichino nella collettività”.
L’opera dal titolo La Società Italiana, drammatizzata dalla regista Peta Hanrahan, sarà ufficialmente presentata il prossimo 2 aprile, a partire dalle 2pm, presso La Mama Courthouse Theatre con una lettura pubblica della sceneggiatura. Seguirà, poi, un rinfresco presso Johnny’s Green Room a Lygon Street.