Martello, chiodi e creatività. Così l’Istituto Italiano di Cultura di Córdoba si prepara a celebrare l’VIII Gionata del Design Italiano nel mondo.

E per l’occasione organizza un laboratorio di autocostruzione di sedie, che ha come punto di partenza il lavoro del disegner piemontese Enzo Mari (1932 – 2020).

Sarà uno spazio di autocostruzione collettiva di mobili di legno, ispirato al libro Autoprogettazione del 1974 di Enzo Mari.

L’autore parte dalla premessa che tutti siano in grado di fabbricarsi una sedia, un tavolo un letto o una scrivania e propone una serie di mobili da costruire con una visione emancipatrice rispetto alle logiche del mercato

Mari, insieme con Achille Castiglioni, Vico Magistretti e altri, fa parte della lunga epopea – dagli anni ’50 a oggi – del design italiano, tutti “figli” spirituali dei grandi innovatori Bruno Munari e Giò Ponti.

Era un gruppo di creativi capaci di vincere il Compasso d’oro (il più antico premio di design del mondo, istituito dallo stesso Ponti) con oggetti di uso comune (come una biro o un secchio per l’acqua), progettati in modo che unissero estetica e funzionalità per chi doveva usarli per lavorare.

In altre parole, una visione del design che era anche etica e politica.

Il laboratorio, a cura di Sebastián Rey e Agustín Barrionuevo, si svolgerà sabato 16 marzo (e no giovedì come precedentemente annunciato), dalle 15 alle 19 nell’Espacio Cervecería a Córdoba.

La partecipazione è gratuita, ma i partecipanti devono portare il proprio martello.

L'annuncio del laboratorio sulla Instagram.

Idealmente legata a questo laboratorio è la mostra, al Museo de Arte Contemporáneo de Salta, De la cosa nace la cosa, dedicata all’opera di Bruno Munari. Il titolo della mostra è anche il titolo di un libro di Munari (Da cosa nasce cosa, Laterza).  

Designer, dicevamo, ma anche molto di più. Illustratore (sono sui i disegni della prima edizione di Filastrocche in cielo e in terra di Gianni Rodari, pubblicato da Einaudi), scrittore a sua volta, artista e creatore di materiali per bambini con i quali inventare, costruire, allenare la creatività.

Proprio da lui e da Rodari nasce in Italia, intorno agli anni ’70, una nuova cultura dell’infanzia, che influenzerà la pedagogia successiva rispetto alla funzione dell’educazione e al concetto di che cosa sia un bambino. È qui che affonda le sue radici il modello delle scuole d'infanzia di Reggio Emilia (noto come Reggio Children) esportato in tutto il mondo.  

A cura di Florencia Magaril e Sebastián Rey, è aperta fino al 26 aprile.