CANBERRA - Anno nuovo, inno nuovo (o quasi!). L’Australia ha infatti cambiato una parola nel testo di “Advance Australia Fair” per dare riconoscimento ai popoli aborigeni che vivono nel continente da 65.000 anni, e per sottolineare meglio il ruolo, le culture e la storia delle Prime Nazioni. L’annuncio della sostituzione del verso “we are young and free” (“siamo giovani e liberi”) con “we are one and free” (“siamo uniti e liberi”) è arrivato dal primo ministro Scott Morrison. “L’Australia, come nazione moderna, è relativamente giovane, ma la storia del nostro Paese è antica, come lo sono le storie delle Prime Nazioni, di cui riconosciamo e rispettiamo lo spirito”, ha dichiarato Morrison aggiungendo che la modifica “non toglie nulla, ma credo che aggiunga veramente senso al testo”.
“Advance Australia Fair”, composto dal britannico Peter Dodds McCormick, venne eseguito per la prima volta a Sydney il 30 novembre 1878. In seguito il brano fu usato di frequente all’inizio e alla fine di cerimonie, ma in modo non ufficiale, infatti “God Save the Queen” era stato adottato come inno ufficiale australiano. Solo nel 1973 il governo allora guidato da Geoff Whitlam decise che il Paese aveva bisogno di un proprio inno e l’Australia Council for the Arts suggerì tre opzioni: “Waltzing Matilda”, “Song of Australia” e, appunto, “Advance Australia Fair”. Quest’ultima fu la scelta più gettonata sia nei sondaggi d’opinione che in un referendum organizzato nel 1977 e fu quindi così che l’Australia adottò un proprio inno nazionale.
Infine, una curiosità. Anche se i diritti di McCormick, che il governo premiò per la sua opera con 100 sterline, scadettero nel 1916 con la morte dell’autore, lo stato australiano possiede il copyright della versione del brano che è stata proclamata ufficialmente inno nazionale, pertanto serve un permesso per il suo uso a fini commerciali.