Una decisione importante che riguarda 2,6 milioni di lavoratori, quella della Fair Work Commission che ha stabilito oggi la paga minima a 21,38 dollari l’ora e 812,60 dollari a settimana. Decisone influenzata anche dalle pressioni inflazionistiche e dall’aumento del costo della vita che continuano a mettere a dura prova i bilanci familiari.

Si prevede che l’inflazione raggiungerà un picco di circa il 6% entro la fine dell’anno, con un impatto sulle imprese e sui lavoratori.

L’anno scorso il salario minimo nazionale è aumentato del 2,5%, raggiungendo i 772,60 dollari a settimana, ovvero 20,33 dollari all’ora.

Il primo ministro Anthony Albanese ha fatto dell’aumento del salario minimo un pilastro della sua campagna elettorale, quando ha chiesto un aumento dei salari di almeno il 5,1%, in linea con l’inflazione.

I sindacati hanno spinto per un aumento del 5,5% che, a loro dire, impedirà un ulteriore taglio dei salari reali per un quarto di tutti i lavoratori.

L’Australian Industry Group ha esortato invece la Fair Work Commission a limitare l’aumento al 2,5%, sostenendo che l’offerta dei sindacati “aumenterebbe in modo sostanziale i rischi di radicamento dell’inflazione e di maggiori aumenti dei tassi di interesse”.

La decisione sui salari arriva dopo che ai politici federali, ai giudici e ai funzionari pubblici di alto livello è stato concesso un aumento di stipendio del 2,75% a partire dal 1° luglio, in seguito a una decisione del Tribunale indipendente per le retribuzioni.