ROMA - Tre incidenti mortali sul lavoro sono avvenuti in meno di 24 ore.
In provincia di Napoli, a Sant’ Antonio Abate, il dipendente di una ditta di smaltimento rifiuti di 50 anni, Nicola Sicignano, è deceduto durante il suo turno. Secondo una prima ricostruzione, ancora da verificare, l’operaio sarebbe rimasto incastrato con il braccio e la testa nel nastro trasportatore della linea di lavoro.
L’area è stata sequestrata e sono in corso le indagini della Compagnia di Castellammare di Stabia, del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata con la collaborazione del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro e dell’Asl di Napoli. A constatare il decesso dell’operaio, nato a Vico Equense e residente a Gragnano, è stato il 118.
Regolarmente assunto dalla SB Ecology srl, Sicignano era sposato e aveva due figli: un ragazzo di 15 e una ragazza appena maggiorenne. Sulla salma, messa sotto sequestro dagli inquirenti, sarà eseguito l’esame autoptico su disposizione dalla procura di Torre Annunziata, che sta coordinando le indagini dei carabinieri.
Un altro operaio, un giovane di 22 anni appena compiuti di Vajont (Pordenone), è morto la notte scorsa in un incidente sul lavoro avvenuto a Maniago. Il giovane, intorno all’1.30, stava operando su una macchina per stampaggio di ingranaggi industriali, quando una scheggia incandescente lo ha trafitto alla schiena, uccidendolo all’istante. Le indagini sono condotte dai carabinieri che hanno posto l’impianto sotto sequestro.
L’operaio aveva appena riavviato l’impianto per la produzione quotidiana quando è stato colpito dalla scheggia, e lo stampo sul quale si stava lavorando, a temperature altissime, è andato distrutto.
Non è ancora chiaro se è accaduto per un malfunzionamento della macchina oppure per una manovra sbagliata. I colleghi hanno immediatamente lanciato l’allarme al 112.
Le indagini sono ora affidate agli ispettori dell’Azienda sanitaria che dovranno verificare il rispetto delle misure antinfortunistiche assieme ai periti dei vigili del fuoco, intervenuti con una squadra.
La società dove si è verificata la tragedia è la Stm, specializzata in stampaggio a caldo, ricalcatura, stampaggio per estrusione, dove è occupato un centinaio di persone. Il turno della mattina è stato sospeso in segno di lutto e per consentire l’ultimazione dei rilievi.
C’è una terza vittima: un operaio di 38 anni morto investito da un mezzo pesante mentre stava lavorando sulla carreggiata nord dell’Autosole nei pressi di Orvieto, dove era residente. Era dipendente di una ditta del posto, impegnata in interventi di manutenzione in autostrada, e si trovava sulla carreggiata quando è stato investito da un mezzo pesante in transito. Sulla dinamica sono in corso indagini della polizia stradale di Orvieto.
Il Centro Studi Cub, a gennaio, ha elaborato i dati Inail e dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre (Venezia) sulle morti sul lavoro nel 2024, arrivando al tragico conteggio di oltre quattro vittime al giorno, 30 alla settimana, 123 al mese, per un totale di 1.482 decessi nello scorso anno, rispetto ai 1.446 registrati nel 2023.
Dallo scorporo dei dati compiuto dal Centro Studi emerge che per i lavoratori stranieri il rischio di morte risulta in proporzione oltre che doppio rispetto ai lavoratori italiani (69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7) e che il settore delle costruzioni rimane quello più falcidiato dagli incidenti mortali, con 147 decessi. La fascia d’età maggiormente colpita è quella tra i 55 e i 64 anni.