Non sempre, quando ci si confronta con un ambiente sociale e culturale preimpostato e poco maturo come quello scolastico, l’italianità viene accolta a braccia aperte. Può succedere, infatti, che alcuni aspetti del proprio retroterra possano essere demonizzati, specie da bambini che non sono abituati ad avvertire la diversità come un valore aggiunto, quanto come un qualcosa da puntare e da allontanare. È quanto successo a Gabriella Vittorio, giovane artista di origini calabresi la cui opera “Lunchtime” è adesso in esposizione alla National Gallery of Victoria nell’ambito della Top Arts, l’esibizione che porta in mostra giovani talenti accuratamente selezionati.
“Ricordo che quand’ero piccola, a scuola portavo sempre con me della pasta o piatti italiani che mia madre o mia nonna preparavano, mentre gli altri bambini avevano con sé del semplice pane con la Vegemite, delle verdurine o dei tortini di carne. Venivo spesso guardata male e giudicata per i miei pasti, e al tempo era un qualcosa che mi faceva soffrire molto”, ha spiegato l’artista, oggi diciottenne e studentessa universitaria di architettura. In “Lunchtime”, un dipinto che stupisce per il suo iperrealismo, una bambina siete al tavolo con delle figure antropomorfe, metà uomini e metà maiali. La bambina – un autoritratto dell’artista - viene ritratta in un’espressione decisamente poco felice. “Io ho un piccolo piatto di pasta davanti a me, mentre gli altri personaggi hanno piatti australiani davanti a loro, come verdure su pane tostato, pasticcio di carne o involtini di salsiccia, e cercano di farmi sentire un po’ esclusa”, ha spiegato Gabriella. “Mentre da bambina ho cercato di omologarmi all’ambiente circostante, chiedendo persino a mia mamma di prepararmi del pane con la Vegemite – cosa che non mi piace affatto – da portare a scuola, oggi non nascondo la mia italianità e sono fiera della mia cultura. In realtà, non mi sono mai relazionata molto con le cose australiane, ma sento di relazionarmi di più con quelle italiane. La cultura locale, quella portata dai miei nonni dall’Italia, è sentita in modo ancora molto forte in tutta la famiglia”. A proposito della selezione per la Top Arts, Gabriella ha riferito di essere “scioccata”. “Ero così sorpresa, non me l’aspettavo affatto. C’erano così tanti candidati e così tante opere d’arte straordinarie, per cui ho pensato ‘non sarà facile, ma non mi lascerò abbattere se non verrò ammessa’. Poi ho ricevuto un’e-mail che mi diceva che ero stata selezionata e ho iniziato a urlare”. Anche se ora sta concentrando il suo percorso sull’architettura, Gabriella ha riferito di non voler abbandonare l’arte e che, anzi, questa continuerà a essere fortemente influenzata dalla sua italianità e dai ricordi dell’infanzia.
Per chiunque volesse osservare l’opera “Lunchtime” da vicino, la mostra Top Arts sarà attiva all’Ian Potter Centre della National Gallery of Victoria fino al prossimo 14 luglio.