ROMA - I contatti fra i leader del centrosinistra sono bene avviati e si fanno più frequenti a ogni ora che passa. L’obiettivo è mettere in campo una manifestazione il più unitaria possibile per chiedere che Israele fermi il massacro di Gaza. La piattaforma della mobilitazione non c’è ancora ma, stando a quanto filtra da ambienti dell’opposizione, la base su cui lavorare potrebbe essere la mozione unitaria sottoscritta da Pd, M5s e Avs e presentata durante una conferenza stampa congiunta da Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.

Punti fondamentali della mozione sono: riconoscere lo Stato di Palestina come Stato democratico e sovrano e promuoverne il riconoscimento anche da parte di tutta l’Unione Europea; esigere in tutte le sedi internazionali e multilaterali il cessate il fuoco immediato in Palestina; la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas; la fornitura di aiuti umanitari; il rispetto della tregua in Libano e il pieno rispetto del diritto internazionale; sostenere il cosiddetto “Piano arabo” per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza, condannando qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi da Gaza e Cisgiordania; sospendere immediatamente forniture, autorizzazioni e compravendita di armi con Israele; sostenere in sede europea l’adozione di sanzioni nei confronti del governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale; esigere la fine dell’occupazione militare illegale dei territori palestinesi in Cisgiordania e l’illegale creazione e sostegno di insediamenti israeliani; promuovere la sospensione dell’accordo di associazione Ue-Israele per le ripetute violazioni del diritto internazionale; dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant; sostenere in tutti i consessi europei e internazionali la legittimità della Corte penale internazionale. 

L’obiettivo è quello di portare in piazza centinaia di migliaia di persone – 400.000, azzarda un esponente Avs che è vicino al dossier. Per raggiungerlo, si spiega, Pd, M5s e Avs sono impegnati ad allargare il perimetro dei partecipanti all’iniziativa ben oltre le sigle dei partiti, rivolgendosi alle reti civiche e alle forze sociali, “compresi, naturalmente, i sindacati”. Al momento, tuttavia, “non risultano ancora contatti ufficiali” fra i vertici dei partiti e il leader Cgil, Cisl e Uil, ma la volontà di “triangolare” con il mondo del lavoro c’è. A offrirsi, invece, sono i centristi Matteo Renzi e Carlo Calenda che, tuttavia, avvertono: “Va bene se è una manifestazione contro Netanyahu, ma non ci saremo se diventerà un pretesto per attaccare gli ebrei”. 

Da più parti sarebbe arrivata l’indicazione di organizzare una manifestazione in tempi brevi prima del referendum. Tuttavia, il 2 giugno è Festa della Repubblica ed è da escludere che la manifestazione si possa tenere il giorno prima in quanto, viene spiegato, questo rischierebbe di oscurare le celebrazioni al Quirinale. Ecco, dunque, che l’ultimo giorno utile è il 7 giugno. Ed è proprio su quella data che sembrano concentrarsi i leader del centrosinistra.