LAMPEDUSA (Agrigento) - “Resistiamo. Europa Vergogna”. Questo è stato uno degli ultimi messaggi arrivati nei giorni scorsi dall’equipaggio della nave Open Arms della Ong Proactiva, una delle organizzazioni che ancora lotta per salvare la vita dei migranti nel Mediterraneo. Ormai da 14 giorni l’imbarcazione naviga a largo di Lampedusa con 151 migranti a bordo, chiedendo alle autorità italiane di poterli sbarcare in un porto sicuro, ma ricevendo il netto rifiuto da parte del Viminale. Assieme alla Open Arms è ancora più drammatica la situazione della Ocean Viking, nave battente bandiera norvegese e proprietà delle Ong Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiere, anche lei in attesa disperata di un porto sicuro dove poter sbarcare i 356 persone salvate dalle acque del Mediterraneo, tra le quali ci sono 103 minori e persino un bambino di appena un anno.  Con i giornali intenti a occuparsi della crisi di governo però, la vicenda delle due imbarcazioni resta lontana dalle prime pagine e le grida d’aiuto sono soffocate dalle parole sprezzanti del ministro dell’Interno Matteo Salvini e dall’indifferenza degli altri Paesi europei. Tra l’opinione pubblica distratta infatti, e il governo gialloverde ormai caduto, nessuno dei Paesi o dei governi europei, né delle istituzioni di Bruxelles, si è mostrato interessato alla situazione delle due imbarcazioni, nonostante gli equipaggi abbiano lanciato numerosi appelli perché l’Europa facesse qualcosa. Una situazione che mostra tra l’altro quanto in passato siano state motivate solamente da finalità politiche le battaglie ingaggiate sulla pelle dei migranti, da entrambi i lati.
Unici a rispondere alle richieste d’aiuto sono stati negli scorsi giorni i divi di Hollywood, che hanno cominciato uno dopo l’altro a chiedere l’intervento dei governi per aiutare le due imbarcazioni e sbarcare finalmente il loro carico di disperati in un porto sicuro. Anche perché, più passano i giorni, più a bordo delle due navi le condizioni medico-sanitarie, aggravate dal forte caldo, cominciano a essere sempre più precarie.
E così per primo il noto attore americano Richard Gere, che era in vacanza in una località vicino Roma, ha deciso di recarsi personalmente a Lampedusa, raggiungendo poi via mare la Open Arms, e lanciare un appello al governo italiano e ai governi dell’Ue. “Sono venuto a Lampedusa solo per aiutare queste persone - ha detto Gere -.  Anche negli Stati Uniti la gente che arriva dal Messico, da Panama, dall’Honduras da El Salvador viene demonizzata: è ora di dire basta”. “Sono venuto spontaneamente - ha continuato -, nessuno ha richiesto la mia presenza. Amo moltissimo gli italiani, il vostro spirito, la vostra anima, la vostra generosità e anche la gioia di vivere”. “Eppure sto notando - ha detto il divo di Hollywood - che qualcosa è cambiato. È stato difficile raggiungere la Open Arms con la montagna di provviste. Quando ho sentito quanto stava accadendo e del decreto passato in Italia, non potevo credere che i miei amici italiani potessero tirare fuori questo odio”. 
“Assieme ai volontari dell’Ong  - ha spiegato l’attore - siamo andati a comprare tante provviste: le persone avevano bisogno di mangiare e bere. Ci sono state delle difficoltà per portare i viveri.  La prima barca che avevamo trovato non ci ha accompagnati perché temeva ripercussioni”. 
E a chi gli ha chiesto di Matteo Salvini, ha risposto secco: “Non sono interessato alla politica italiana; anch’io vengo da un Paese dove c’è una situazione bizzarra. Sembra che ci sia una generazione di politici che mette la propria energia nel dividere le persone. Ma siamo tutti interdipendenti. Molte di queste persone hanno viaggiato sulle barche, sono state riportate in Libia, torturate e poi di nuovo si sono messe in cammino. Se non ci fosse stata l’Open Arms queste 121 persone sarebbero morte”. 
E mentre il ministro dell’Interno replicava seccamente invitando “il generoso milionario” a portare “a Hollywood, col suo aereo privato, tutte le persone a bordo e mantenerle nelle sue ville”, l’iniziativa di Richard Gere è stata seguita a ruota da altri famosi divi del cinema. Dopo di lui infatti anche Antonio Banderas ha definito un “orrore” il fatto che la nave Open Arms dell’Ong spagnola Proactiva non trovi un porto dove attraccare e l’attore Javier Bardem ha invitato l’Europa “a far sbarcare le persone a bordo” per salvare “la sua dignità”.