La casa, le foto di famiglia, gli incredibili profumi che arrivano dalla cucina, i dipinti sulle mura, la mobilia antica, il libro sul comodino della mamma, l’attaccapanni con le giacche invernali e non, il pianoforte impolverato, il chiasso, le risate e le melodie cantate o fischiate dai parenti, i pranzi infiniti. Scenografia che rimane impressa nella nostra pellicola chiamata memoria: l’infanzia in una casa italiana.
Tutti elementi che stimolano l’immaginazione e la creatività dei nuovi arrivati, i piccoli futuri membri di una comunità che poi è uscita dalle mura protettive di casa e ha messo radici un po’ ovunque in Australia, dimostrando la grande capacità di adattamento in tutti i campi. Storie di migrazione e di un’appartenenza che scorre nelle vene per generazioni e generazioni.
In una casa piena di musica Michael Cristiano ha sviluppato la sua immaginazione, trovando poi gli strumenti per esprimerla prestissimo: “Ho iniziato a sei anni a suonare una piccola chitarra regalatami da papà. E il primo concerto dove venni pagato, 20 dollari, avvenne a soli 11 anni. Fu un’esperienza importantissima”. Una carriera che già si prospettava di successo con le prime paghe che già arrivavano in tenera età, per un artista che ha visto le sue produzioni e collaborazioni presenti in ben sette album finiti al primo posto nelle classifiche musicali australiane, oltre a decine di altri lavori e partecipazioni con artisti australiani e internazionali, per non parlare dei tour australiani e mondiali. Ma oggi vuol tornare al cuore della sua arte: “C’è qualcosa di magico nel cantare in italiano. Fare un lavoro nella lingua di famiglia, è sempre stato un mio sogno”.
Michael, come detto, cresce quindi in una casa dove la musica non mancava, infatti il caro papà, calabrese di Reggio Calabria, cantava sempre delle melodie indimenticabili, che poi verranno accompagnate dalla chitarra del giovane Michael: “Papà mi diceva sempre: ‘Michele prendi la chitarra!’, e partivano i duetti. Poi i primi concerti, gli studi e ho quindi visto la mia reputazione crescere, venendo chiamato per registrare e scrivere tante canzoni”.
Una vita che in maniera naturale si muove verso la musica: “Ho quindi suonato per decine e decine di artisti e band che venivano a fare il proprio tour in Australia e avevano bisogno di un ‘turnista’”, ci spiega il chitarrista, il quale ha infatti suonato per nomi illustri della musica internazionale, quali Helen Shapiro, Johnny Ray, The Coasters, The Platters, The Drifters, Al Martino e tanti altri, mentre ha potuto aprire i concerti per altre leggende della musica, come Dionne Warwick, Blood Sweat & Tears, Diana Ross e Tom Jones.
Ma la sua produzione preferita è sempre la prossima ci dice, e per il futuro ha in serbo qualcosa di unico, che ha a che fare con il ritorno alle radici italiane, propiziato dall’incontro con un personaggio speciale: “L’incontro con Raphaela Foxx - interior designer e speaker motivazionale con la passione per la scrittura, musicale e non - che mi ha spinto, attraverso i suoi testi, a buttarmi letteralmente nella musica italiana. Parlando del mio sogno, lei mi ha motivato e mostrato i suoi testi, e tutto si è poi evoluto naturalmente. Quasi un incontro miracoloso con Raphaela”, spiega, aggiungendo anche che gli ostacoli non mancavano, ma che la motivazione e la voglia di ispirare altre persone era, a quel punto, forte.
Il titolo del primo brano del nuovo album in italiano scaturito da questo incontro quindi si chiamerà Spero Che Ti Vuole e sarà disponibile il 5 luglio, ma sarà possibile salvarlo sulle piattaforme online in anteprima, seguendo il link: https://ffm.to/sperochetivuole.
Infine, Michael conclude raccontando del suo sogno nel cassetto per il futuro: “Fare un tour in Italia per portare questi nuovi brani al pubblico della Penisola sarebbe incredibile”.