SYDNEY - Il premier, Chris Minns, è rientrato in anticipo dalle ferie per affrontare la crisi.

Ieri erano state cancellate quasi 1900 corse dei treni e si prevede che alla fine della giornata se ne dovranno aggiungere altre mille a causa delle restrizioni imposte dai lavoratori del sindacato Rail, Tram and Bus Union.

Questa mattina, meno di un terzo dei treni ha rispettato gli orari di punta, spingendo il premier a rivolgersi alla Fair Work Commission per chiedere la fine immediata di tutte le azioni sindacali.

“Il costo economico è incalcolabile - ha dichiarato Minns -. Non sappiamo quante piccole imprese siano state colpite a causa del mancato funzionamento del 50% dei treni”. Il premier ha inoltre suggerito che i biglietti dei passeggeri dovrebbero essere rimborsati e ha confermato che le autorità stanno valutando le opzioni per procedere in tal senso.

Mercoledì pomeriggio il tasso di cancellazione dei treni aveva superato l’80%, causando enormi disagi per gli utenti, in particolar modo per i pendolari.

Questa mattina, Sydney Trains ha esortato i passeggeri a evitare viaggi non essenziali, citando l’azione industriale e il maltempo che ha abbattuto linee elettriche durante la notte.

Sul fronte delle trattative, il governo ha proposto un aumento salariale del 15% in quattro anni, ma il sindacato ha respinto l’offerta come “insoddisfacente”. Il segretario statale del sindacato Toby Warnes ha criticato il governo per non star negoziando adeguatamente e ha ribadito la disponibilità del sindacato a lavorare senza sosta per raggiungere un accordo.

Il direttore di Sydney Trains, Matt Longland, ha affermato che i lavoratori che non completano le loro mansioni vedranno una riduzione dello stipendio, pur riconoscendo il diritto dei dipendenti a intraprendere azioni sindacali.