MOSCA - Una Corte ha tramutato in arresto, almeno fino al 2 giugno, il fermo di Daria Trepova, accusata di avere compiuto l'attentato in cui domenica in un caffè della capitale russa è stato ucciso il giornalista-blogger Vladlen Tatarsky. È quanto riferito dall’agenzia Ria Novosti. 

"Il dipartimento investigativo centrale del comitato investigativo russo ha intentato un'accusa contro Daria Trepova" per terrorismo. La donna è accusata di "crimini ai sensi della parte 3 dell'articolo 205 del codice penale russo (attacco terroristico commesso da un gruppo organizzato che ha provocato la morte intenzionale di una persona) e la parte 4 dell'articolo 222.1 (acquisizione, deposito, porto e trasporto illegali di esplosivi e ordigni esplosivi in un gruppo organizzato)". "Il tribunale ha ricevuto la petizione del comitato investigativo per arrestare Trepova", aggiunge la Tass sottolineando che la donna è giunta per l'udienza nel tribunale di Basmanny di Mosca. 

Intanto il capo della compagnia militare privata Wagner, Yevgeny Prigozhin, si è recato oggi nel caffè di San Pietroburgo dove domenica è avvenuto l'attentato a Tatarsky e ha incontrato gli attivisti del gruppo nazionalista Cyber Front Z, che avevano organizzato la conferenza dello stesso Tatarsky. Prigozhin ha postato sul canale Telegram un video dell'incontro, inoltre ha postato un documento in cui certifica che Tatarsky è stato riconosciuto come militare della Wagner, con tutti i pagamenti, risarcimenti e garanzie spettanti ai membri della compagnia caduti in battaglia. 

Al momento dell'esplosione Trepova sedeva tranquillamente a non più di quattro o cinque metri da lui. Il particolare, emerso da un video diffuso dal noto giornalista ucraino dissidente Anatoly Shariy, potrebbe confermare che la donna non sapesse della presenza dell'esplosivo nella statuetta, come ha detto suo marito, secondo il quale è stata "incastrata e usata" da qualcuno. Nel video si vede la donna che sta per allontanarsi dopo avere consegnato il pacco con la statuetta a Tatarsky. Questi la richiama usando il nome di Nastia, - diminutivo di Anastasia, il nome con cui sembra si fosse presentata a lui - e la invita a sedersi non lontano da lui, alla sua sinistra. Poi Tatarsky apre il pacco ed estrae il busto, raffigurante un soldato, poco dopo avviene l'esplosione. 

Daria Trepova compare anche in un altro video, fatto circolare tra gli altri dal canale Telegram Mash, in cui si vede l'esterno del caffè dopo l'attentato. Tra le persone, alcune sanguinanti, che si aggirano sotto shock, si vede ancora lei, in piedi, che si guarda intorno e poi si allontana, in apparenza illesa. 

La consegna della statuetta sarebbe la prova che Daria Trepova doveva sostenere per poter essere trasferita a Kiev e lavorare come giornalista in una testata locale. È quanto emerge dall'interrogatorio a cui è stata sottoposta dopo l'arresto, secondo quanto riferisce il sito indipendente russo Fontanka. Secondo Fontanka, la Trepova, che lo scorso anno era stata fermata durante una manifestazione contro l'intervento in Ucraina, è un'assidua frequentatrice di canali Telegram ucraini. Attraverso uno di essi ha detto di essere venuta a contatto con un non meglio precisato attivista che le avrebbe promesso appunto di farla trasferire in Ucraina per lavorare come giornalista. Prima però doveva sottoporsi ad alcune prove per dimostrare che era in grado di "combattere la propaganda russa". Secondo il sito, non è escluso che l'esplosivo sia stato azionato a distanza. Successivamente, la giovane avrebbe dovuto lasciare la Russia con un biglietto aereo che le era già stato comprato per un volo che ieri avrebbe raggiunto l'Uzbekistan, da lì sarebbe stata portata in Ucraina. 

Quando gli investigatori le hanno chiesto se sapesse che la statuetta fosse in realtà una bomba, la Trepova avrebbe risposto: "Non me l'hanno detto di preciso, ma sospettavo qualcosa di brutto". Per poi aggiungere: "Mi hanno incastrata".