WASHINGTON – Gli Stati Uniti e la Cina hanno trovato l’accordo su “un quadro generale” nell’ambito dei colloqui sui dazi che si sono svolti in questi giorni a Londra.
Il viceministro del Commercio cinese Li Chenggang ha dichiarato ai giornalisti nella capitale britannica che i team negoziali di Pechino e Washington hanno concordato un quadro generale per il commercio, dopo due giorni di colloqui sulla scia della chiamata tra i presidenti Donald Trump e Xi Jinping.
“Le due parti hanno, in linea di principio, raggiunto un quadro di riferimento per l’attuazione di quanto concordato dai due capi di Stato durante la telefonata del 5 giugno e del consenso raggiunto durante l’incontro di Ginevra”, ha detto Li.
L’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha confermato la presenza ai colloqui di Londra di He Lifeng, vicepremier e zar dell’economia cinese, fedelissimo del leader cinese. La delegazione Usa è guidata dal segretario al Tesoro, Scott Bessent, dal segretario al Commercio, Howard Lutnick, e dal rappresentante Usa per il Commercio, Jamieson Greer.
Le parti, evidenzia la Cnn, cercano di tutelare la fragile ‘tregua’ concordata a maggio. Sede dei colloqui, scrive il Wall Street Journal, è la Lancaster House e sul tavolo ci sono le restrizioni sulle esportazioni con la guerra commerciale che si è spostata dai dazi alle limitazioni su materiali e prodotti critici. Le esportazioni di terre rare dalla Cina, dopo che Trump ha accusato Pechino di bloccarle, dovrebbero essere al centro dell’attenzione, riporta anche la Cnn, evidenziando come secondo gli esperti difficilmente Pechino cederà sui minerali critici, alla base di molte tecnologie.
“Vogliamo che Cina e Stati Uniti continuino ad andare avanti con l’accordo raggiunto a Ginevra”, ha detto poco prima dell’inizio dell’incontro a Fox News la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
Nei giorni scorsi Trump ha accusato la Cina di violare l’accordo di Ginevra. “L’amministrazione ha monitorato il rispetto dell’accordo da parte della Cina e speriamo si vada avanti per colloqui commerciali più approfonditi”, ha aggiunto Leavitt.
E in queste ore alla Cbs il capo del Consiglio economico nazionale, Kevin Hassett, ha spiegato che gli Stati Uniti vogliono ripristinare il flusso di minerali critici, alla base di molte tecnologie, ai livelli precedenti l’escalation della guerra commerciale. “Le esportazioni di minerali critici sono a un ritmo superiore rispetto a quanto fosse, ma non ai livelli che abbiamo concordato a Ginevra”, ha precisato.
Un portavoce del governo britannico ha ricordato che il Regno Unito, che ospita i colloqui dopo la Svizzera, “sostiene il libero scambio”. “Siamo sempre stati chiari sul fatto che una guerra commerciale - ha ripetuto - non è nell’interesse di nessuno”. Per la Cina l’esito dei negoziati dipenderà dalla “sincerità” degli Stati Uniti, come ha scritto il tabloid nazionalista Global Times, citando He Weiwen del Center for China and Globalization.
La scorsa settimana Bessent aveva chiesto al governo cinese di ripensare le sue politiche economiche che danneggiano, aveva sottolineato, tutti i partner commerciali. “O vogliono essere un partner affidabile per il resto del mondo, o no”, aveva dichiarato.