ROMA - L’obiettivo è arrivare a un accordo con gli Stati Uniti in una cornice europea, ma senza “rispondere ai dazi con i dazi”, se necessario pressando Bruxelles per un cambio di passo e anche per “una necessaria revisione del Patto di stabilità”.
Questa è la posizione della premier, dopo l’annuncio delle barriere commerciali di Trump. Meloni si ripromette di studiare come tutelare i settori produttivi più colpiti, con cui ci sarà un confronto la prossima settimana.
I dazi sono una scelta sbagliata, ha ribadito Giorgia Meloni, un problema da risolvere, ma “non è la catastrofe che alcuni stanno raccontando”.
Sono forti le pressioni da fronteggiare, da parte delle categorie imprenditoriali e all’interno di una maggioranza in cui FdI e FI sostengono la necessità di trattare a livello Ue si scontrano con gli affondi della Lega, secondo cui la via migliore resta quella dei negoziati bilaterali.
Non a caso, fra i messaggi di Meloni, c’è stato anche un invito a non gettare benzina sul fuoco.
Matteo Salvini, dal canto suo, di primo mattino, ha riunito il gruppo economico del suo partito, ribadendo che “se gli Usa hanno deciso di tutelare le proprie imprese, è necessario che l’Italia continui a difendere con determinazione il proprio interesse nazionale anche alla luce dei troppi limiti dell’Europa”.
Nei commenti leghisti non c’è traccia di critiche alla mossa di Trump, che anche Meloni, dopo settimane di ragionamenti cauti, ha definito “sbagliata”, perché “non conviene a nessuna delle parti”.
La premier, raccontano fonti informate, sperava fino all’ultimo in un trattamento più favorevole nei confronti dell’Italia, ma da qualche tempo era entrata nell’ordine di idee di fronteggiare lo scenario che si è materializzato nel 20% sul tabellone di Trump.
“È uno snodo difficilissimo”, avrebbe ragionato, con i suoi, Meloni, determinata però a evitare che la drammatizzazione della situazione crei condizioni ancora meno favorevoli, paralizzando l’economia.
Reagire con dazi può fare più male all’Italia che ad altri, assicura: “Bisogna aprire una discussione franca, nel merito, con gli americani con l’obiettivo di rimuoverli, non di moltiplicarli”.
D’altro canto, Meloni chiede allaUe una serie di sforzi, per rimuovere i dazi “che si è autoimposta”, con gli effetti del Green Deal sull’automotive, la burocrazia che “soffoca” e un Patto di stabilità “da rivedere”.
In parallelo il governo punta ad allargare l’export a nuovi mercati, dal Mercosur al Vietnam, dal Messico all’India.