WASHINGTON – Donald Trump gela l’Europa sui dazi. Con la scadenza del 9 luglio che si avvicina a grandi passi, il presidente americano torna a incalzare il Vecchio continente chiedendo di più nelle trattative. L’Ue “per il momento” non sta offrendo un “accordo equo” sui dazi, come ha detto a bordo dell’Air Force One rientrando negli Stati Uniti dal G7 dal Canada in anticipo per la crisi fra Iran e Israele.

“O troviamo una buona intesa o pagheranno qualsiasi cifra”, ha aggiunto ribadendo ancora una volta che l’Ue è stata creata per “danneggiare gli Stati Uniti sul piano commerciale”.

Il tycoon aveva incontrato lunedì Ursula von der Leyen a margine dei lavori del G7 in Canada e al termine del faccia a faccia la presidente della Commissione europea aveva riferito che con Trump è stato deciso di chiedere ai rispettivi team “di accelerare il lavoro per raggiungere un accordo equo e giusto”. L’Ue ha pronta un’offerta per un accordo sui dazi con gli Usa, ma tiene in serbo il suo ‘bazooka’ in caso di fallimento.  “Sul commercio, abbiamo incaricato i team di accelerare i lavori per concludere un accordo buono ed equo. Facciamolo”, ha commentato von der Leyen su X subito dopo l’incontro con Trump. 

Bruxelles, secondo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, è pronta ad accettare un dazio fisso del 10% su tutte le esportazioni dell’Unione Europea verso gli Stati Uniti nella speranza di evitare tariffe più elevate su automobili, farmaci ed elettronica. Citando alti funzionari dell’Ue, il giornale precisa che l’offerta a Washington sarebbe stata fatta solo a determinate condizioni e non sarebbe permanente.

Bruxelles, in cambio, sarebbe pronta a ridurre i dazi sui veicoli prodotti negli Stati Uniti e a modificare eventualmente gli ostacoli tecnici o legali per facilitare la vendita delle auto americane in Europa. L’Ue si è anche offerta di vietare completamente gli acquisti di gas naturale russo, creando potenzialmente una maggiore domanda per i produttori statunitensi di Gnl. “L’intenzione è costruire un pacchetto completo”, così da permettere al presidente statunitense di presentarlo come “una vittoria politica significativa”, hanno spiegato le stesse fonti Ue.

Tra le ipotesi sul tavolo, anche la riduzione di oneri burocratici e regolamentari già prevista, come l’alleggerimento della Direttiva sulla due diligence.

La posizione di Bruxelles deriva in parte dalla consapevolezza che Trump farà affidamento su alcune entrate tariffarie per finanziare i maxi tagli fiscali previsti dal Disegno di legge di spesa all’esame del Congresso. I negoziatori statunitensi, tuttavia, finora non hanno concordato di limitare i dazi all’importazione sulle auto Ue al 10%. 

“La presidente Ursula von der Leyen ha parlato con Donald Trump [e] hanno concordato di proseguire i lavori per raggiungere un’intesa sui dazi entro il 9 luglio”, si è limitato a dire un portavoce della Commissione europea. Nessuna conferma, invece, sulla possibilità che Bruxelles accetti un’intesa con Washington basata su dazi fissi al 10%, né su eventuali nuovi incontri in programma questa settimana tra il commissario Ue per il Commercio, Maroš Šefčovič, e i negoziatori statunitensi.

L’impegno a trovare una soluzione entro il 9 luglio è stato ribadito alla vigilia del G7 anche dalla stessa von der Leyen, la quale tuttavia ha avvisato che, nel caso il risultato non fosse soddisfacente, “saremo in grado di rispondere: tutti i mezzi sono sul tavolo”. Un riferimento al bazooka, ossia alle misure di ritorsione che l’Europa è pronta a far scattare, fino a un valore di 120 miliardi di euro.