CAGLIARI - Maggioranza e opposizione profondamente divise sulla mozione che impegna la Giunta regionale sarda a sollevare il conflitto di attribuzioni con lo Stato davanti alla Corte Costituzionale, per quanto riguarda la decadenza della presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, che rischia di provocare lo scioglimento di tutta l’Assemblea regionale e, a stretto giro, il ritorno al voto. 

La governatrice è sotto accusa per presunte irregolarità nel rendiconto delle spese elettorali delle elezioni del febbraio 2024 

In settimana, l’Aula del Consiglio regionale è chiamata a discutere il documento sottoscritto solo dai consiglieri del Campo largo, e si annuncia una seduta carica di tensione. 

La mozione impegna la presidente e la Giunta a deliberare rapidamente la presentazione di un ricorso della Regione alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzioni tra enti, con l’obiettivo di ottenere una pronuncia che tuteli “la posizione e le prerogative costituzionali degli organi regionali di direzione politica”. 

La tesi di fondo è che lo Stato non sarebbe competente a esprimersi sulla decadenza della governatrice. 

“C’è un vuoto normativo da colmare a tutela degli elettori, la decadenza di un governatore non può determinare lo scioglimento dell’intera Assemblea”, sottolinea il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini.  

In particolare, il Collegio di garanzia non può accertare, imporre o anche solo proporre la decadenza del presidente della Regione, con ciò disponendo indirettamente la dissoluzione del Consiglio, essendo la sua competenza circoscritta alle cause di decadenza che colpiscono i soli consiglieri regionali elettivi, mentre il presidente di Regione è consigliere di diritto. 

La mozione impegna presidente e Giunta a presentare il ricorso alla Consulta entro il termine del 4 marzo 2025, e a “esperire ogni altro rimedio giurisdizionale percorribile al fine di ripristinare la legalità violata”.  

Le opposizioni di centrodestra annunciano già battaglia in quanto ritengono il testo proposto dalla maggioranza “irricevibile”, e in particolare non piacciono i toni, in particolare i passaggi sulla “legalità violata”.