Una serata intima e conviviale, con luci soffuse e piatti che raccontano storie: si è tenuta qualche sera fa, presso il ristorante Buon Ricordo di Leichhardt, l’attesa cena dei soci dell’Accademia Italiana della Cucina. 

A fare gli onori di casa il delegato Alfredo Schiavo, che ha accolto i presenti con parole di affetto e riconoscenza, sottolineando il valore di un incontro che va ben oltre la buona tavola. Non è un caso se la serata si è svolta proprio in questo ristorante iconico.

Come ha voluto ricordare da lontano Connie Fierravanti-Wells, fondatrice della delegazione di Sydney, ora in Italia, fu proprio Buon

Ricordo il primo locale visitato ufficialmente dall’Accademia anni fa. Un ritorno, dunque, che ha avuto il sapore delle radici e della memoria condivisa.

Tra i presenti, volti storici e nuovi amici: Suzanne Shaw, da sempre sostenitrice dell’Accademia, ha ricevuto un caloroso saluto, così come Ashton Lucas Colin Wright, ed entrambi, nonostante il freddo della sera e alcuni incidenti di percorso, non hanno voluto mancare all’appuntamento.

Un caloroso benvenuto è stato riservato a Sue e Giorgio, alla loro prima partecipazione: “Speriamo di rivederli presto”, ha detto Schiavo, riflettendo lo spirito di una comunità che accoglie e valorizza.

Uno dei momenti centrali della serata è stata la consegna dei diplomi dell’Accademia a Giuseppe Musmeci Catania e Natalino Bongiorno, omaggiati con un riconoscimento simbolico ma profondamente sentito. 

Un gesto che celebra l’impegno, la passione e la dedizione verso i valori della cucina italiana autentica.

Infine, un ringraziamento speciale è andato ad Antonietta “Nina” Muscillo per la cura nella preparazione dei menù e delle schede di valutazione in tempi record, e a Mariantonietta per il supporto costante dietro le quinte. 

Senza dimenticare Craig Coventry, presente e disponibile anche stavolta. Più che una cena, un momento di ritrovo genuino tra persone unite dalla stessa passione per la cultura gastronomica italiana. In un mondo che corre veloce, prendersi il tempo per condividere buon cibo, ricordi e riconoscimenti resta forse il gesto più autentico d’appartenenza.