GENOVA - Sì è presentato in aula con i suoi difensori per il prelievo ufficiale di Dna Fortunato Verduci, il carrozziere di 65 anni residente a Genova, accusato dalla Procura di essere l'autore dell'omicidio di Luigia Borrelli nel 1995.
L'ex infermiera e prostituta, quarantaduenne, fu trovata morta nel proprio appartamento con un trapano conficcato in gola, dopo una violenta colluttazione. Il caso, inizialmente irrisolto, è stato riaperto grazie all'analisi del DNA ritrovato sulla scena del delitto, identificando il presunto colpevole in Verduci.
Per il momento, tuttavia, è un uomo libero visto che il gip, il Tribunale del Riesame e anche la Cassazione hanno respinto la richiesta della Procura di arrestarlo.
Il campione genetico verrà confrontato con alcune tracce biologiche trovate nel basso di vico Indoratori, teatro del massacro, e dopo il passaggio tecnico la pm Patrizia Petruzziello chiuderà le indagini per poi chiedere il processo.
Il sospetto omicida, individuato grazie ai reperti genetici estratti da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Il profilo era risultato compatibile con quello di un lontano parente che si trova recluso nel carcere di Brescia, e facendo combaciare vari elementi gli inquirenti hanno trovato il codice genetico esatto di quello che per l'accusa è l'assassino.
La procura aveva chiesto l'arresto, ma sia il gip che il giudice del Riesame lo avevano negato pur confermando il quadro “granitico” degli indizi. Secondo l'accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente.
Nei giorni scorsi, inoltre, la pm ha ripreso in mano il fascicolo di un altro delitto, quello della merciaia Anna Rossi Lamberti, uccisa l'8 aprile 1998 a Marassi, e ha deciso di fare nuove analisi sulle tracce biologiche raccolte sulla scena del crimine.