Il giacimento di gas di Evans Shoal, a circa 300 chilometri a nord-ovest di Darwin, fu individuato 35 anni fa e da quel momento i diritti di estrazione passarono di mano in mano tra BHP Petroleum, Woodside, Shell e Santos.
Dal 2017 è controllato da Eni, azienda che opera in più di 60 paesi, che ha recentemente ribattezzato il progetto con il nome di Verus.
Il gas nel giacimento Verus ha una percentuale molto alta di anidride carbonica, una media del 27%, secondo Geoscience Australia.
“Questa percentuale è molto più alta di quella di qualsiasi altro giacimento di gas che si sta sviluppando in Australia”, ha affermato Kevin Morrison dell’Institute of Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA).
Per farsi un’idea, un giacimento di gas nelle vicinanze di Verus, il Barossa di proprietà di Santos, ha un alto contenuto di CO2 misurato al 18%, che a sua volta è enormemente più alto di quello riscontrato del giacimento di gas Scarborough di Woodside, nel Western Australia, che presenta un valore dello 0,1%.
Morrison ha affermato che l’alto contenuto di anidride carbonica del gas di Verus è stato il fattore che ha dissuaso le società precedenti dallo sviluppare il progetto.
“Le aziende sono preoccupate per i costi della rimozione della CO2 perché ce n’è così tanta, ed è per questo che le precedenti proposte di progetto sono fallite”.
“Ora il progetto viene proposto di nuovo in un ambiente in cui l’Australia ha inasprito i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni. È stata una vera sorpresa vedere i dirigenti di Eni orientarsi verso una Decisione di investimento finale [FID].”
Eni ha fatto pochi annunci pubblici sul suo probabile sviluppo multimiliardario del giacimento sottomarino di gas, ma a gennaio ha tenuto una presentazione a Darwin delineando la sua proposta accompagnata da un FID previsto per la fine del 2023.
Un rapporto dell’IEEFA ha etichettato il progetto come una “bomba di carbonio”, stimando che le emissioni del giacimento Verus potrebbero ammontare ad almeno 7,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno, senza contare le emissioni prodotte quando il gas viene utilizzato/bruciato.
Tali emissioni rappresenterebbero circa il 7,5% delle emissioni consentite nell’ambito del meccanismo di salvaguardia del governo federale e lo renderebbero uno dei progetti con le emissioni più elevate nell’area dell’Australia.
Eni ha delineato i piani per gestire l’alto contenuto di carbonio di Verus tramite un processo di separazione della CO2 dal gas presso l’impianto Darwin LNG, per poi trasportarla per circa 500 chilometri fino al giacimento esaurito di Bayu-Undan dove sarà pompata e sepolta sotto il fondo marino.
La soluzione lascia dubbiose le associazioni di contrasto ai cambiamenti climatici.