QUITO - La procuratrice generale dell’Ecuador, Diana Salazar, ha ufficialmente rassegnato le dimissioni, concludendo un mandato di sei anni caratterizzato da indagini contro figure di spicco e casi di corruzione di alto profilo, come il caso delle tangenti di Odebrecht.
Durante il suo incarico, Salazar ha affrontato minacce e pressioni, ma è stata anche riconosciuta a livello internazionale per il suo impegno nella giustizia. La sua partenza lascia un vuoto significativo nella lotta contro la criminalità e la corruzione nel Paese.
La notizia delle sue dimissioni è stata accolta con una reazione mista: se da un lato c’è chi esprime preoccupazione per la continuità delle sue battaglie legali, dall’altro c’è chi sottolinea la necessità di un rinnovamento nelle istituzioni.
“Non è mai stato mio intento restare al potere a tutti i costi. Aggrapparsi alle cariche, ai ruoli, non fa bene al Paese, a uno Stato come il nostro che reclama istituzionalità”, ha sottolineato Salazar nel suo annuncio.
Il suo successore dovrà affrontare sfide significative per mantenere l’integrità e l’efficacia della procura. Salazar è stata una figura centrale nella giustizia ecuadoriana e la sua uscita dal panorama politico e istituzionale rappresenta un momento di inflessione per il Paese.