Lo ha annunciato questa mattina il ministro per i Cambiamenti climatici e per l’Energia, Chris Bowen, affermando che la decisione di ridimensionare l’area della zona attraversata da venti provenienti dall’Oceano Antartico è stata il risultato di un’ampia consultazione con i leader locali, con l’industria e con la comunità.

L’area definitiva della zona, situata a circa 15-20 km dalla costa del Victoria, si estenderà su 1.030 kmq invece degli oltre 5mila inizialmente previsti, ha affermato Bowen in un comunicato emesso congiuntamente con il Ministro dell’Energia e delle Risorse del Victoria, Lily D’Ambrosio.

La zona non comprenderebbe più una superficie al largo della costa del South Australia.

La drastica riduzione dell’area ha tenuto conto dell’importanza ambientale, culturale e economica della costa, hanno affermato i ministri.

“La zona eolica offshore dell’Oceano Antartico ha il potenziale di creare migliaia di nuovi posti di lavoro di grande valore e contribuire a garantire energia più pulita, più economica e affidabile per la regione del Victoria”, si legge nella nota di Bowen.

La zona eolica e stata scontornata al fine di evitare Bonney Upwelling, Deen Maar Island e le rotte marittime.

Questa dichiarata formalmente oggi diviene la terza zona eolica offshore in Australia, che si prevede che genererà 1.740 posti di lavoro a Portland e dintorni per i lavori di costruzione, oltre a 870 posizioni operative permanenti.

Si stima che il parco eolico offshore sarà in grado di generare un massimo di 2,9 GW di energia elettrica, sufficiente ad alimentare più di due milioni di case.

Il progetto iniziale prevedeva una capacità quintupla, 14,6 GW.

“Il Victoria è all’avanguardia nell’eolico offshore, con le prime zone eoliche del paese dichiarate al largo della costa del Gippsland e della costa sud-occidentale”, ha affermato il ministro D’Ambrosio.

“Questo è un altro passo avanti verso il raggiungimento del nostro obiettivo di almeno due gigawatt di energia eolica offshore entro il 2032 e ci aiuterà anche a raggiungere lo zero netto entro il 2045”.

La decisione di ridurre drasticamente le dimensioni della zona eolica è stata il risultato delle pressioni esercitate dai gruppi ambientalisti, che hanno espresso preoccupazioni per la fauna marina.