ROMA - Una riserva che possa attingere anche a “personale privo di pregresse esperienze militari”, lo stanziamento di dieci miliardi di euro per raggiungere il 2% del Pil nella spesa militare e un ruolo più rilevante all'interno della Nato. Sono alcuni dei punti cardine del piano della Difesa – anticipato dal Fatto Quotidiano e dal Messaggero – che è sul tavolo del ministro Guido Crosetto. 

Si tratta di un report di 33 pagine che mette nero su bianco gli obiettivi futuri del ministero, alla luce anche di un nuovo piano di comunicazione, mirato a costruire quella che viene definita “cultura della difesa”.  

Il documento, datato 8 maggio 2025, prevede infatti un uso ampio e strategico proprio del termine “difesa”, da sviluppare attraverso eventi, iniziative editoriali, collaborazioni, patrocini e campagne istituzionali. 

Tra gli obiettivi ci sono anche alcune novità introdotte per il 2025, che delineano la traiettoria del ministro Crosetto da qui alla fine della legislatura.  

Una delle proposte chiave riguarda l’estensione della riserva militare, per far fronte alle carenze delle forze armate dovute agli “effetti dell'invecchiamento del personale militare”.  

Nel documento si parla esplicitamente di una “revisione dello strumento della riserva”, che includa anche personale “privo di pregresse esperienze militari”. 

Per quanto riguarda il rapporto con la Nato, il ministero della Difesa ritiene che l’Italia debba assumere un ruolo più incisivo nelle decisioni sulle missioni all’estero, superando la semplice funzione di “troops contributing nation” (nazione contributrice di truppe). 

Questo passaggio richiede però un maggiore impegno finanziario, e per Crosetto è necessario arrivare al 2% del Pil per la spesa militare, pari a circa 10 miliardi di euro, un obiettivo definito “impegnativo”, ma realizzabile solo attraverso lo “scorporo dai vincoli di bilancio europei”.