SEUL - La Corea del Sud ha annunciato un’ispezione completa dei suoi Boeing 737-800 gestiti dalle compagnie aeree del Paese, dopo la morte di 179 persone, domenica, nello schianto di un volo dello stesso modello, nell’aeroporto internazionale di Muan. 

Lo ha dichiarato il viceministro dell’Aviazione civile, Joo Jong-wan, specificando che i registri di manutenzione di sistemi chiave – come i motori e i carrelli d’atterraggio – saranno esaminati a fondo per 101 aerei, gestiti da sei compagnie che utilizzano lo stesso modello coinvolto nell’incidente. 

Intanto, un volo della compagnia low cost Jeju Air, decollato oggi dalla Corea del Sud, è tornato all’aeroporto di partenza a causa dello stesso problema riscontrato nell’incidente mortale, che ha coinvolto un velivolo dello stesso modello. La compagnia low cost sudcoreana gestisce 39 aerei di questo modello, su una flotta di 41 velivoli.  

L’incidente di domenica ha coinvolto un Boeing della Jeju Air, che trasportava 181 persone dalla Thailandia alla Corea del Sud, e si è schiantato contro una barriera al momento dell’atterraggio all’aeroporto internazionale di Muan, per poi esplodere.  

Gli unici superstiti sono due assistenti di volo, estratti dai rottami miracolosamente ancora in vita. Tra le ipotesi indicate dalle autorità come causa dell’incidente - il peggior disastro aereo mai avvenuto nel Paese – ci sarebbe l’impatto con alcuni uccelli. La torre di controllo, infatti, aveva lanciato l’allarme per un grande stormo di volatili appena sei minuti prima che il Boeing si schiantasse. 

L’impatto contro la barriera ha scaraventato i passeggeri fuori dal mezzo e lo ha distrutto quasi completamente, e solo la coda è rimasta riconoscibile tra i rottami. I soccorritori sono riusciti a estrarre vivi due assistenti di volo, un uomo e una donna, che sedevano nella parte posteriore dell’aereo.  

Da quel momento è iniziata una lenta conta dei morti fino al bilancio definitivo di 179 vittime, di cui solo 65 sono stati identificati al momento, e le autorità fanno sapere che è iniziato il riconoscimento degli altri corpi attraverso i prelievi del Dna. Sugli schermi dello scalo, che solitamente indicano le partenze e gli arrivi, ieri pomeriggio comparivano i nomi, le date di nascita e le nazionalità delle vittime.  

I soccorsi stanno ora esaminando varie possibilità sulle cause dell’incidente, tra cui quella che l’aereo sia stato oggetto di un impatto con uno stormo di uccelli che potrebbe aver danneggiato il sistema di atterraggio, già in difficoltà per le condizioni meteorologiche sfavorevoli. Entrambe le scatole nere sono state recuperate, quella dei dati di volo e quella vocale della cabina di pilotaggio. 

L’allarme è stato lanciato alle 8.57, il pilota ha subito dichiarato il mayday alle 8.58.  

A quel punto, è stato concessa l’autorizzazione all’atterraggio d’emergenza, dopodiché il pilota ha tentato di toccare terra, senza carrello, fino a quando non ha superato la pista e si è scontrato con un muro di recinzione. 

Durante la conferenza stampa, Kim E-base - l’amministratore delegato della Jeju Air - e altri dirigenti si sono inchinati in segno di scuse. “Faremo tutto il possibile per rispondere a questo incidente. Chiniamo la testa chiedendo scusa a tutti coloro che sono stati danneggiati”, ha affermato la compagnia in una dichiarazione pubblicata sui suoi canali social. 

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha fatto le condoglianze ed espresso la solidarietà della Ue alle famiglie delle vittime e alla Corea del Sud.  

Gli incidenti aerei sono molto rari in Corea del Sud, e il precedente più grave risale al 15 aprile 2002. lo schianto su una collina vicino all’aeroporto di Busan-Gimhae di un Boeing 767 dell’Air China proveniente da Pechino, che provocò 129 morti.   

Il 12 agosto 2007 un altro velivolo della Jeju Air, che trasportava 74 passeggeri, uscì di pista a causa di un forte vento all’aeroporto di Busan-Gimhae, provocando una decina di feriti lievi.