WASHINGTON – Miami è ancora una volta al centro della diplomazia mondiale. Volodymyr Zelensky rivela che gli Stati Uniti hanno proposto un vertice a tre con Ucraina e Russia proprio mentre nella città della Florida - a pochi chilometri dal resort di Mar-a-Lago dove Donald Trump ha trascorso il weekend - il team di negoziatori americano guidato da Steve Witkoff e Jared Kushner ha incontrato la squadra ucraina guidata da Rustem Umerov e si appresta a dialogare con l’inviato di Mosca, Kirill Dmitriev.
I nodi da sciogliere sono sempre gli stessi e si procede a piccoli passi: il destino dei territori reclamati da Mosca e le garanzie per la sicurezza futura dell’Ucraina. Proprio in queste ore sono usciti nuovi inquietanti rapporti dell’intelligence americana secondo cui Vladimir Putin non avrebbe abbandonato l’idea di conquistare l’intera Ucraina e di reclamare parti dell’Europa che appartenevano all’ex impero sovietico.
Secondo Reuters questi report presentano “un quadro nettamente diverso” da quello dipinto da Trump e dai suoi negoziatori e smentirebbero le parole del leader russo che ha più volte negato di rappresentare una minaccia per l’Europa.
“L’inviato di Mosca ai colloqui a Miami sull’Ucraina, Kirill Dmitriev, ha definito costruttivi i colloqui con l’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e il genero del presidente statunitense, Jared Kushner”. Lo riportano le agenzie russe Ria Novosti e la Tass. “Le discussioni procedono in modo costruttivo”, ha detto Dmitriev ai giornalisti russi, aggiungendo che ha annunciato che i colloqui sull’Ucraina a Miami proseguiranno anche domenica
Dall’esito della tornata di colloqui in programma a Miami dipenderanno dunque le chance di un incontro nel formato Ucraina, America, Russia al quale potrebbero essere presenti anche gli europei. L’ultima volta che gli inviati ucraini e russi si sono incontrati per colloqui diretti è stato a luglio a Istanbul. Un vertice che ha portato ad uno scambio di prigionieri ma senza altri progressi concreti.
Zelensky ritiene che, a questo punto, sarebbe “logico tenere un incontro congiunto”, pur non essendo convinto che un nuovo vertice possa portare a veri risultati. Per lui solo gli Stati Uniti sono in grado di convincere Mosca a porre fine alla guerra, aumentando la pressione sul Cremlino.
“L’America deve dire chiaramente: se non si arriva a una soluzione diplomatica, ci sarà una pressione totale. Putin non sente ancora il tipo di pressione che dovrebbe esserci”, ha incalzato il leader ucraino, sottolineando la necessità di maggiori forniture di armi a Kiev e di nuove sanzioni contro l’economia russa. Zelensky ha anche avvertito la Russia che non spetta a lei decidere “quando e in quale formato si terranno le elezioni in Ucraina”, rispondendo a Putin che aveva suggerito che potrebbe sospendere gli attacchi per consentire lo svolgimento del voto. Alle urne, dice Zelensky, andremo solo quando ci saranno le garanzie di sicurezza per il Paese.
Intanto l’offensiva russa non si ferma. Mosca ha annunciato di aver conquistato due villaggi nelle regioni ucraine di Sumy e Donetsk e continua ad avanzare nell’est del Paese. Nel frattempo, il bilancio delle vittime nella regione di Odessa a seguito di un attacco missilistico russo avvenuto nella notte contro le infrastrutture portuali è salito a otto morti e circa trenta feriti. Nel raid è stato colpito anche un autobus civile, ha dichiarato la vice prima ministra ucraina Yulia Svyrydenko, aggiungendo che le vittime “erano semplicemente dei civili”.
Nelle ultime settimane la regione costiera ucraina è stata obiettivo di una serie di intensi attacchi russi che hanno colpito ponti e interrotto la fornitura di elettricità e riscaldamento per centinaia di migliaia di persone, in un periodo di temperature gelide.
Sul fronte opposto l’Ucraina ha affermato di aver distrutto due aerei da combattimento russi in un aeroporto in Crimea.
L’esercito di Kiev ha anche dichiarato di aver colpito una piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio e una nave di pattuglia nelle vicinanze.