Sentirsi meno in contatto con il proprio corpo, prestare meno attenzione alle proprie sensazioni, percepirsi più distanti dalla propria esperienza fisica: l’uso problematico dei social media non influisce solo sull’attenzione o sull’umore, ma può favorire nel tempo il distacco dalla percezione corporea. Una ricerca è stata condotta su 216 studenti universitari tra i 18 e i 33 anni in due momenti, a distanza di quattro mesi, tra il 2023 e il 2024. Oltre la metà dei partecipanti ha dichiarato di trascorrere almeno due ore al giorno sui social. Instagram è risultata la piattaforma più usata, seguita da TikTok e in misura minore da X e Reddit.

Lo studio chiarisce per la prima volta la direzione del legame tra dissociazione corporea e uso problematico dei social. I risultati suggeriscono che l’uso compulsivo dei social cosiddetti appearance-based, per esempio Instagram, che, nel tempo, porterebbe a un aumento del distacco dal proprio corpo. Il funzionamento delle piattaforme social, basato sull’editing e la manipolazione di immagini di sé, spinge a rappresentarsi attraverso una versione modificata del proprio corpo, a identificarsi temporaneamente con un’immagine idealizzata di sé e, al tempo stesso, a guardarsi da una prospettiva esterna, come se si fosse osservatori di sé stessi, e con il tempo questa visione in terza persona può favorire un distacco dal proprio corpo e alimentare esperienze di dissociazione.

L’altro effetto collaterale della bulimia da social è favorire la concentrazione sui mondi immaginari a discapito di quelli reali, fenomeno noto come assorbimento immaginativo: la tendenza a lasciarsi trascinare e immergersi nelle proprie fantasie portando a una ridotta consapevolezza di ciò che ci circonda.