KIEV - Le autorità imposte dalla Russia nella località ucraina di Nova Kakhovka hanno dichiarato lo stato di emergenza nella città dopo la rottura della struttura superiore della diga e la inondazione parziale della zona. 

Circa 600 case -secondi i servizi di emergenza- sono già state allagate. Secondo le autorità, il livello dell'acqua vicino a Nova Kakhovka, occupata dalla Russia più di 15 mesi fa, attualmente è a più di 10 metri. 

"L'acqua è salita e continua a salire. La città è allagata, il viale Dnepr è già sott'acqua. Ciò significa che l'acqua è salita di oltre 10 metri", ha riferito il sindaco, assicurando che in città non c'è panico. 

Mentre Kiev e Mosca si accusano a vicenda dell'attacco, sui social media circolano video e immagini della diga semidistrutta e un'enorme ondata di acqua diretta a valle. Il comando operativo meridionale dell'esercito ucraino ha pubblicato un post su Facebook, accusando le "truppe di occupazione russe" di aver fatto saltare in aria la diga idroelettrica. E il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma che la "distruzione" della diga di Nova Kakhovka è opera di "terroristi russi". 

"La distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka conferma solo per il mondo intero che devono essere espulsi da ogni angolo del territorio ucraino - scrive Zelensky sui social - a loro non dovrebbe essere lasciato un solo metro, perché' usano ogni metro per il terrore. Solo la vittoria dell'Ucraina restituirà la sicurezza. E questa vittoria arriverà. I terroristi non potranno fermare l'Ucraina con acqua, missili o altro", ha aggiunto Zelensky che convocato il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale. 

Il governatore ucraino della regione di Kherson, Oleksandr Prokudin, ha affermato che circa 16.000 persone si trovavano nella "zona critica" sulla riva destra del Dnepr controllata dagli ucraini. L'evacuazione è iniziata nei distretti a monte della città di Kherson e le persone saranno portate in autobus in città e poi in treno a Mykolaiv e in altre città ucraine. 

Diversa la versione di Mosca, secondo cui a causare l'attacco sono stati i bombardamenti ucraini. La parziale distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya nelle zone costiere del Dnepr è stata causata dai bombardamenti delle truppe ucraine, dice il capo del governo della regione di Kherson, Andrey Alekseenko, secondo cui la situazione è sotto controllo e non vi è alcuna minaccia per la vita delle persone. Le autorità controllano il livello dell'acqua nel fiume, ha aggiunto Alekseenko. 

A seguito dei bombardamenti la parte superiore della centrale idroelettrica di Kakhovka è stata distrutta, ha detto il capo dell'amministrazione di Novaya Kakhovka, Vladimir Leontiev, secondo quanto riporta Ria Novosti. Il livello dell'acqua in città a seguito della distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya è aumentato di 2,5 metri.  

Al momento non è necessario evacuare la popolazione civile da Nova Kakhovka a causa della minaccia di possibili inondazioni dopo la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya, ha aggiunto Leontiev. "Nelle regioni costiere del Dnepr La situazione è sotto controllo. Non vi è alcuna minaccia per la vita delle persone. I dipendenti del Ministero delle situazioni di emergenza e le autorità controllano il livello dell'acqua nel fiume", ha scritto Alekseenko in suo canale Telegram. 

L'attacco è avvenuto nel secondo giorno delle operazioni dell'esercito ucraino che probabilmente segneranno le prime fasi di una controffensiva di massa e potrebbe influenzare qualsiasi piano ucraino per un assalto anfibio attraverso il Dnepr. 

Diversi villaggi sono stati "completamente o parzialmente allagati" dopo i danni alla diga di Kakhovka. Lo ha detto Oleksander Prokudin, capo dell'amministrazione militare ucraina annunciando l'inizio dell'evacuazione della popolazione. 

"Circa 16.000 persone si trovano nella zona critica sulla riva destra della regione di Kherson", ha scritto detto sui social media Prokudin, aggiungendo che ci sono state inondazioni in otto aree intorno al fiume Dnepr. 

La difesa aerea ucraina ha distrutto tutti e 35 i missili da crociera lanciati dalla Russia contro il Paese. Lo riferisce il comando dell'Aeronautica ucraina, citato dall'agenzia Unian. L'attacco russo, cominciato attorno a mezzanotte e mezzo ora locale e che aveva fatto scattare un allarme in tutta l'Ucraina, si è concluso attorno alle 4.  

Su Kiev sono stati individuati e distrutti oltre 20 bersagli aerei, secondo l'amministrazione militare della città, e nessuno ha colpito gli obiettivi previsti, come riporta Unian. La caduta di detriti ha comunque provocato danni. In particolare, nel quartiere Desnyan della capitale asfalto e le linee elettriche dei filobus sono state danneggiate e vetrine dei negozi sono state parzialmente infrante. Non ci sono ancora notizie disponibili su eventuali vittime.