ROMA - Momenti di tensione in Commissione Affari costituzionali della Camera dove, a sorpresa, è stato rinviato il Dl Flussi, approdato in Aula poche ore prima.

Il presidente, Nazario Pagano (FI), aveva chiesto il ritorno del provvedimento in Commissione per dare il via libera all’emendamento su una norma transitoria che in sostanza dà 30 giorni di tempo in più alle Corti per adeguarsi alle nuove competenze sulla convalida dei trattenimenti dei migranti. E per tutta risposta le opposizioni hanno abbandonato i lavori: una protesta formale contro “l’ennesimo pasticcio della maggioranza”. Una volta dato il via libera alla norma transitoria, il Dl è ritornato in Aula dove il governo ha posto la fiducia.

Con l’emendamento, “presentato pure fuori il tempo massimo, vengono calpestati i diritti e le prerogative dei deputati ai quali non viene garantita la possibilità di essere presenti nella giornata odierna”, puntano il dito tutti i capigruppo di minoranza. “Maggioranza e governo sono in confusione sul decreto Flussi e la loro confusione si riflette nelle norme raffazzonate che approvano, salvo poi cercare di uscirne comprimendo le funzioni parlamentari”, la sintesi del leader di Più Europa, Riccardo Magi. 

Nel provvedimento, su cui il governo ha messo la fiducia e che si appresta a ricevere il via libera domani, è confluito anche l’elenco dei Paesi sicuri di origine degli richiedenti asilo, sotto forma di emendamento governativo. Tra questi ci sono anche il Bangladesh, l’Egitto e il Marocco. 

La misura arriva nell’emiciclo di Montecitorio con diversi emendamenti, di peso, approvati in Commissione. In particolare, due che portano la firma della relatrice. Il primo prevede che i contratti pubblici per la cessione di mezzi e materiali a Paesi terzi, fatti per rafforzare il controllo delle frontiere e dei flussi migratori, e per le attività di ricerca e soccorso in mare siano secretati.Il secondo, ribattezzato “emendamento Musk” dalle opposizioni, stabilisce o che per i “procedimenti” di “convalida” del “trattenimento” o di “proroga del trattenimento” del migrante che richiede la “protezione internazionale” sia competente la Corte d’appello in composizione monocratica. Che ora avrà un mese di tempo in più per organizzarsi. Via libera anche a una stretta sui ricongiungimenti, contenuta in due emendamenti della Lega: “I richiedenti dovranno risiedere nel nostro Paese non più solo per un anno, ma almeno per due anni consecutivi”, hanno spiegato i leghisti.

A difendere la ratio del decreto, in Aula, è intervenuta la sottosegretaria all’Interno, Wanda Ferro, secondo cui “l’individuazione dei Paesi sicuri è frutto di un procedimento complesso” che “tiene conto di informazioni” e “valutazioni” che “richiedono competenze specialistiche che il singolo magistrato non può avere”. I costi dei trasferimenti in Albania? “Quasi irrilevanti”.