SYDNEY - Sono stati giudicati colpevoli di 21 capi di imputazione per oltraggio alla Corte per non aver rispettato un “ordine” che imponeva ai media di non parlare del processo all’ex Prefetto dell’Economia del Vaticano, al fine di evitare di influenzare i giurati.
Il cardinale, accusato di violenza sessuale su due adolescenti negli anni ‘90, è stato infine assolto in appello nell’aprile 2020.

I media sono stati multati per un totale di 1,1 milioni di dollari e dovranno pagare ulteriori 650.000 dollari per le spese legali. La maggior parte delle multe sono state inflitte a giornali e siti web appartenenti ai due maggiori gruppi di media australiani, News Corp di Rupert Murdoch, e il suo concorrente Fairfax Media, ora di proprietà di Nine Group.

Nei giorni scorsi il Cardinale ha compiuto 80 anni: il numero dei cardinali ‘elettori’ in un futuro Conclave scende così a 124. “In carcere ho perdonato i miei accusatori; la fede mi ha tenuto in vita”, ha detto Pell in un’intervista a Vatican News, a proposito della sua prigionia in Australia in seguito all’accusa di abusi sessuali. Il Cardinale, dopo più di un anno di carcere, è stato infine completamente scagionato dalle accuse da una sentenza dell’Alta corte nell’aprile 2020. Durante il periodo trascorso nel penitenziario, in isolamento dagli altri detenuti, Pell ha redatto quotidianamente un diario divenuto poi il libro Diario di prigionia.  

“No, ovviamente! Non l’avrei mai pensato - afferma Pell alla domanda se avrebbe mai immaginato di fare l’esperienza del carcere -. Ho lottato duramente perché ciò non accadesse, ma purtroppo senza successo. È stata una combinazione di circostanze, bugie e menzogne, ma poi finalmente è arrivata la mia liberazione, grazie alla Corte suprema”. 

“La fede e la preghiera - aggiunge - sono state fondamentali: mi hanno aiutato a cambiare completamente la prospettiva di quei giorni di detenzione”.