BOLZANO - La montagna presa d’assalto dai turisti, dai tiktoker e instagrammer è il tema dell’estate, almeno sulle Dolomiti, patrimonio mondiale dell’Unesco. Proteste dei contadini, proprietari del prato o del bosco dove passa il sentiero, che hanno cercato di mettere il tornello per far pagare il ‘pedaggio’ a chi entrava, e della popolazione, che vive quotidianamente l’assalto dei vacanzieri, fino agli addetti ai lavori, fino a mozioni per chiedere una regolamentazione sia negli accessi sia per fasce orarie. Insomma, una situazione difficile, complicata, perché le vacanze in montagna da dopo la pandemia di coronavirus hanno avuto un boom di afflussi.

Con questi numeri incontrollati in Alto Adige, e non solo, si sta pensando di contingentare gli accessi su funivie e in certi luoghi particolarmente suggestivi di forte richiamo. L’accesso al lago di Braies è contingentato da anni; serve prenotarsi. Ora non si esclude una gestione dei flussi attraverso l’introduzione di un sistema ad hoc per gestire i flussi nelle località turistiche che vanno per la maggiore. 

Le immagini e brevi video pubblicati sui social della lunghissima coda di turisti alla stazione a valle del Seceda, la montagna sopra Ortisei in Val Gardena da dove si può ammirare il suggestivo scorcio sulle Odle, rendono la situazione drammatica ma soprattutto fanno riflettere come intervenire. 

La Provincia Autonoma di Bolzano è pronta a intervenire con soluzioni simili a quella del lago di Braies. Il governatore Arno Kompatscher, alla richiesta della società Seceda Seilbahnen di autorizzare di triplicare la portata della funivia da Furnes a Seceda, ha già risposto “no”. “Sul Seceda ci vuole un sistema di prenotazione come quello introdotto anche da altre parti; è evidente che un afflusso incontrollato non va bene per nessuno - spiega Kompatscher -. I proprietari della funivia del Seceda possono chiedere di triplicare la portata della funivia ma è una cosa che non potremo mai concedere”. 

Il partito Team K ha già presentato una mozione chiedendo l’introduzione di un vero hotspot management. “Non si può più parlare di turismo sostenibile; è in gioco la qualità della vita, sia per i residenti sia per gli ospiti”, sostiene il leader del Team K, Paul Koellensperger.