AVIGNONE - Non ricorrerà in appello Dominique Pelicot, condannato per aver drogato e violentato – per almeno dieci anni – l’ex moglie Gisèle e aver indotto decine di uomini a fare lo stesso. 

La pena a 20 anni di reclusione è stata inflitta a inizio dicembre, dopo un processo che ha sconvolto la Francia e non solo, mentre altri 50 imputati sono stati giudicati colpevoli e hanno ricevuto varie condanne.  

Un appello “costringerebbe Gisèle a un nuovo calvario, a nuovi scontri, che Dominique Pelicot rifiuta”, ha detto l’avvocata dell’uomo, Béatrice Zavarro, sottolineando che per il suo cliente, 72 anni, “è giunto il momento di porre fine al procedimento giudiziario”. 

Il 19 dicembre, il tribunale penale di Vaucluse (Avignone) ha dichiarato colpevoli i 51 imputati, di età compresa tra i 27 e i 74 anni, la maggior parte dei quali era alla sbarra per stupro aggravato commesso ai danni di Gisèle tra il 2011 e il 2020.  

Dopo quasi 4 mesi di un processo simbolo della lotta contro la violenza sessuale sulle donne, il tribunale ha emesso sentenze che vanno dai 20 anni di reclusione per Dominique Pelicot ai tre anni, di cui due sospesi, per un pensionato processato solo per violenza sessuale.    

Diciassette condannati in primo grado hanno deciso di ricorrere in appello, ha annunciato il procuratore generale della Corte d’appello di Nîmes, Xavier Bonhomme, precisando che il processo di secondo grado dovrebbe svolgersi negli ultimi quattro mesi del 2025. 

“Alla scadenza del termine di 10 giorni per opporsi al verdetto di primo grado che scade questa sera, 17 dei 51 condannati hanno deciso al momento di ricorrere in appello”, afferma il procuratore in una nota.