Ebbene sì, don Matteo ha lasciato la fiction. I fan già lo sapevano, ma ora lo hanno visto coi loro occhi: dopo quattro puntate è arrivato Don Massimo. Come hanno tenuto a precisare sin dall’inizio produzione e attori, quella di Raoul Bova non è una sostituzione, ma “un posto in più a tavola”. “Abbiamo trovato il giusto senso per entrare nella serie - ha detto Bova -. Non si tratta di una sostituzione ma di un proseguimento. Terence rimarrà sempre Don Matteo e io non volevo sostituirlo, ma far evolvere una serie che aveva già dato grandi risultati portando ancora più avanti quegli elementi che avevano funzionato”.

Terence Hill ha lasciato quindi la serie che ha segnato record di ascolti, ma non prima di aver salutato pubblico e cast: “Senza il pubblico da casa non ci sarebbe stato Don Matteo, per questo ci tengo a ringraziare tutti: la troupe, i tanti colleghi che hanno lavorato con me in questi anni, in particolare il mio amico Nino Frassica. Dopo la fine del set mi mancavate tutti. Ho ricevuto il vostro amore e lo ricambio. Due, tre mesi dopo aver lasciato pensavo ancora a voi, devo ringraziare Luca Bernabei che mi ha consentito di lavorare nel migliore dei modi. Vogliatevi bene gli uni con gli altri”.

Gli ingredienti del successo di una serie così longeva, secondo il produttore Bernabei, “sono 25 anni di un lavoro fatto insieme alla Rai che in questo è stata un custode tutelare di questo gioiello. Dietro a Don Matteo c’è un filo che lega tutto, quello dell’amicizia. Una storia d’amicizia perché tutti loro sono sempre stati dentro la serie. E’ una storia d’amicizia tra di loro. Dietro Don Matteo c’è una persona importante, lo sceneggiatore Mario Ruggeri. La serialità è fatta di parole scritte bene”. 

“Sono passati più di venti anni - ha ricordato la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati - e oltre 250 puntate dal primo episodio. La fiction Don Matteo ha raccontato uno spaccato dell’Italia: i problemi degli adolescenti, il loro rapporto con i genitori, il mondo degli adulti in generale, dando sempre una chiave per affrontare frontalmente la vita, ma sempre in modo positivo ed equilibrato”.

La curiosità per la nuova edizione è stata tutta riservata a don Massimo che, dopo i primi quattro episodi, ha finalmente fatto il suo arrivo. “Il mio personaggio ha un carattere forte, ha voglia di sporcarsi le mani e stare tra la gente. È un prete giovane in evoluzione che scopre, attraverso i casi, i valori del perdono e dell’accoglienza. Don Massimo è uno che quando arriva a Spoleto è ancora alla ricerca di tutte quelle cose che Don Matteo già sapeva: il perdono, la necessità di non giudicare. In alcuni casi vorrebbe reagire, ma sa che non può farlo perché è un prete.

Inoltre, arriva in una parrocchia dove c’era un parroco amato e la gente non lo accoglie bene” ha svelato Bova che ha anche aggiunto: “Di Don Matteo c’è ne è uno solo, per questo ho voluto incontrare Terence. Mi ha detto: ‘Sarai un prete nuovo, avrai il tuo nome’. Don Massimo ha un passato abbastanza importante, lottava per la giustizia fin da giovane. E come lo accoglieranno gli spettatori? “Non posso prevedere quello che dirà il pubblico e non sarebbe nemmeno giusto preoccuparsi in anticipo del gradimento - ha detto Bova - posso dire, però, che ho dato il massimo: ci ho messo il cuore e tutto il tempo necessario per fare bene questo personaggio e mi ci sono accostato in maniera rispettosa e umile, senza cercare di strizzare l’occhio o avere il consenso di qualcuno”.

Tra le altre novità dell’ultima, in ordine di tempo, serie tv in onda anche in Australia su Rai Italia, il canale televisivo riservato agli italiani residenti al’estero, c’è anche Emma Valenti, che interpreta la figlia del capitano Anceschi, il personaggio interpretato da Flavio Insinna, al suo ritorno nella serie dopo 16 anni. E arriva anche Giancarlo Magalli, che è il vescovo amico di don Massimo, oltre ai già noti Maurizio Lastrico e Maria Chiara Giannetta. ”Don Matteo funziona perché è di buoni sentimenti, vicino alla quotidianità di tutti, ai loro drammi, aiutando a riderci su”, ha dichiarato la Giannetta.

Frassica, che ormai da più di vent’anni veste i panni dell’iconico maresciallo Cecchini, ha dichiarato: “Per un attore interpretare un ruolo per così tanto tempo è la cosa migliore che possa capitare: puoi mettere a fuoco il personaggio, continuando a migliorarlo. Cecchini ormai lo conosco benissimo, in Don Matteo 1 era un maresciallo che avrebbe potuto interpretare anche Ugo Pagliai, era solo un maresciallo che stava in caserma e spifferava tutto al prete, non aveva neanche una famiglia, non aveva un privato. Dopo il successo della prima serie, mi hanno dato una famiglia e dei figli, così che si potesse sviluppare narrativamente anche una dimensione privata. Parallelamente io ho cercato di far assomigliare il personaggio a me, anche se credo di essere soltanto leggermente più intelligente di Cecchini. Meglio di me chi lo fa Cecchini, se Cecchini sono io?”.